Gli amici di Livorno di Allegri: "Ecco qual è la sua forza"

La maglia della Juventus, incorniciata, fa bella mostra di sé accanto all’ingresso. E fin qui nulla di strano, visto che l’ingresso è quello del Bar Ughi, «il quartier generale» di Massimiliano Allegri a Livorno, come lo definisce da dietro il bancone Andrea, che quando Max è qui gli serve «il cappuccino con il pan francese e il burro». Accanto a quella bianconera ci sono le maglie di Cagliari e Milan, le altre squadre allenate da Allegri in Serie A, e sulla parete opposta ce n’è una autografata di Gigi Buffon, accanto alla televisione sintonizzata ovviamente sull’ippica.

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L’amico Ballotta

Lo strano di quella maglia bianconera è il nome che campeggia sopra il numero 5: Ballotta. Una rapida scorsa ai file della memoria conferma che no, Marco Ballotta non ha mai giocato nella Juventus e comunque era un portiere, la maglia avrebbe dovuto essere diversa. «È la sua maglia», sorride Andrea indicando Federico, detto “Ballotta”, amico di Allegri ma di radicata fede interista: «La prima cosa che ha fatto Massimiliano quando è tornato a Torino è stata spedirci al bar la maglia della Juve per lui». Eccolo il «cazzeggio creativo» a cui Allegri ha dedicato anche un intero capitolo del suo libro “È molto semplice”: una «filosofia di vita» fondata sull’assunto che momenti di stacco totale dal lavoro aiutino a lavorare meglio e a trovare ispirazioni. Di quella filosofia il Bar Ughi è il laboratorio di pensiero, lì Allegri la esercita e la rielabora al massimo livello. «Quando torna si sta qui e si cazzeggia».

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