Giuntoli, ciao Napoli: il ds ha detto sì alla Juventus

Ci sono storie che finiscono così, per consunzione; e altre che nascono contemporaneamente, per attrazione fatale. Ci sono divorzi che non possono essere sbandierati nel vento caldo d ’ una festa, con le lacrime che vanno trattenute, però c’è sempre un modo elegante per separarsi e Cristiano Giuntoli, avendo deciso per sé, domenica sera, quando Adl gli ha pubblicamente (e provocatoriamente) lanciato il microfono e con un invito a effetto («c’è da lavorare questa estate, abbiamo iniziato un ciclo e ora dobbiamo vincere, vincere, vincere») si è rifugiato in frasi di circostanza, in pratica un commiato. « I tifosi del Napoli non dovranno preoccuparsi del futuro. Ringrazio De Laurentiis e Chiavelli che mi hanno cambiato la vita ». Ma il calcio ha tempi che sfuggono alle celebrazioni, sta dentro ritmi travolgenti, richiede immediate risposte anche verso se stesso e mentre il sipario del Maradona sparisce, il Renzo Piano del Terzo Scudetto ha dovuto furiosamente completare quel personalissimo ponte che l’ha trascinato nel futuro: la Vecchia Signora, da un po’ in attesa, ha chiesto conferme e adesioni e Cristiano Giuntoli, che dalla propria agenda aveva già spazzato via le lusinghiere proposte dall’Inghilterra, le ha detto sì. Adesso, perché tutto possa accadere alla luce del sole, affinché non sia gossip, non resta altro da fare che trovare il modo per staccarsi dal Napoli e da De Laurentiis senza strappi dolorosi, basterebbe una risoluzione o dimissioni accettate e quel contratto in scadenza 2024, da 1,4 milioni di euro, varrebbe un abbraccio, una stretta di mano, un sorriso. In otto anni ne sono successe di cose, alcune belle, altre bellissime, poi ce n’è una meravigliosa e pazienza se c’è stata un’epoca a dir poco turbolenta . Ma queste sono le fotografie di un ciclo lungo un’eternità, una fusione d’amorosi sensi che dal 2015 ha regalato uno scudetto e dunque la storia, ma pure tre secondi posti, due terzi posti che annientano quel biennio (un settimo e un quinto posto) nel quale si scoprì la crisi vera. Cristiano Giuntoli andrà alla Juve dopo essersi lasciato inseguire per un bel po’, porterà con sé Giuseppe Pompilio, il suo amico da sempre, diplomatico e riflessivo, e Stefano Stefanelli, pure lui una laurea in Legge e il buon senso che serve nelle bufere; cercherà disperatamente un congedo amichevole, perché questo non può certo essere l ’ ora del risentimento. «In questi miei otto anni ho sempre sentito parlare di ciclo, di gente che sarebbe andata via . E’ un falso problema, perché con Aurelio De Laurentiis sarà sempre un grande Napoli».

L’erede

Ma ormai era già tutto previsto, da settimane, e Giuntoli a De Laurentiis l’ha chiesto in epoca non sospetta di liberarlo da quell’accordo rinnovato a Salisburgo nel 2018, messo in discussione e seriamente, nel gennaio del 2021, poi tenuto in vita dalla ritrovata solidità di un rapporto rinfrescato da Anguissa e Osimhen, da Kvaratskhelia e da Kim, da questa ventata di freschezza e di talento che ha anestetizzato gli addii delle stelle. La sua scrivania è virtualmente assegnata a Pietro Accardi, ds all ’Empoli con il quale il Napoli è stato ripetutamente in affari, che progetterà sempre e comunque insieme a Maurizio Micheli, il capo dell’area scouting e una bussola per De Laurentiis, il Napoli che verrà.

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