Giroud il Signor Derby (è al 73°): “Orgoglioso di questa squadra che non molla mai”

Il francese in carriera ne aveva già giocati 72 a Londra. Con questa doppietta raggiunge Ibra e Leao a quota 8 gol stagionali. “Eravamo frustrati, poi dimostrato un grande spirito”

Così torna tutto. Ma proprio tutto. Torna la scelta che fece a suo tempo, scegliendo la sponda rossonera di Milano. Racconta che in pratica gli disse Dio di fare così. Torna una delle frasi che pronunciò il giorno della sua presentazione, quando assicurò che la maledizione della maglia numero 9 non lo sfiorava nemmeno di striscio. Torna che sia lui a decidere un derby stra-importante dopo che il giorno prima l’allenatore aveva chiesto un Milan capace di essere forte anche senza il capobranco Ibra. E ovviamente torna buona anche tutta l’esperienza che ha fatto in carriera nei derby: questo è stato il numero 73, anche se il primo all’ombra della Madonnina. Sì, a Olivier Giroud torna tutto, e con lui a tutto il Milan. Olivier conferma una vecchia legge del pallone: il campione vero, il giocatore esperto, trova il modo colpirti a morte anche se fino a quel momento ha toccato meno palloni di un raccattapalle.

Lingua di fuori

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La partita di Giroud è stata proprio questo. Un eterno girovagare in cerca di una giocata e di una palla da gestire che non arrivava praticamente mai. Fino al minuto numero 75, quando ha deciso di fare più o meno tutto da solo: prima è andato a sradicare il pallone dai piedi Sanchez, con un anticipo secco accompagnato da una robusta spallata, e poi l’ha depositato in rete al termine dell’azione rifinita da Tonali e Diaz. Tre minuti dopo, il colpo di grazia. Stavolta con un numero da centravanti deluxe: passaggio di Calabria controllato spalle alla porta, palla gestita col tacco usando la marcatura di De Vrij come perno, e piatto sinistro in buca. Handanovic tutt’altro che impeccabile, verissimo, ma preparazione, movimento e conclusione sono da attaccante di alto livello. Esultanza sotto la curva Sud con la lingua di fuori, come un All Black.

La sua prima volta

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Era il suo primo derby milanese, già. Non solo. Era la prima volta che incrociava l’Inter in carriera, nonostante qualche anno di pallone sulle spalle ce l’abbia. L’ha bagnato così, dando i tre punti a uno dei Milan più brutti di Pioli nel primo tempo. Restituendo fiducia e vigore nella lotta scudetto. All’andata era rimasto seduto in panchina a guardare per tutto il tempo. E si sarebbe accomodato nello stesso posto se in settimana il tendine d’Achille di Ibrahimovic avesse smesso di fare le bizze. Ma il dolore insistente ha cancellato il derby di Zlatan, consegnandolo a lui. “Giroud è un attaccante di caratura internazionale, ha grande maturità, presenza ed è pronto”, aveva detto Pioli in vigilia. Dove per caratura internazionale il tecnico si riferisce anche alle decine e decine di derby giocati in carriera.

Con Ibra e Leao

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Per lui è il primo derby milanese, dal momento che all’andata è rimasto tutti i 90 in panchina. Curiosità: i 5 gol stagionali del francese sono arrivati tutti a San Siro. Riuscirà a tenere fede alla statistica anche se stavolta il Milan gioca… in trasferta? Giroud peraltro è un grande esperto di derby: a Londra ne ha giocati ben 72, vincendone 38 e perdendone 21, ma soprattutto segnando 21 gol, con una menzione particolare per la finale di Europa League 2019 (in gol per il Chelsea da ex, contro il “suo” Arsenal). Con la doppietta di oggi peraltro raggiunge Ibra e Leao a quota 8 reti stagionali e conferma di trovarsi molto a proprio agio a San Siro: tutti i gol sono arrivati al Meazza, anche se tecnicamente questi sono da considerare… in trasferta.

Spirito

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“Questo è un match speciale – ha detto il francese a fine gara –. Il derby si vince. Eravamo in difficoltà nel primo tempo, poi siamo tornati in partita nella ripresa. Aspettavo qualche palla in area. La prima è stata un po’ fortunata, la seconda una bella palla di Calabria. Sono felice e orgoglioso di questa squadra che non molla mai. Nel primo tempo ero un po’ frustrato, come tutta la squadra. Non stavamo giocando bene e lo sapevamo, ma abbiamo dimostrato un grande spirito tutti insieme e siamo tornati forte in partita. Siamo in corsa, ma ci sono ancora tante partite da giocare. L’Inter rimane lì, noi pensiamo a fare bene le cose, vinciamo e poi pensiamo a cosa fa l’Inter”.

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