Giro di Romandia, Michael Woods vince la 4.a tappa: corsa da tregenda, finale incredibile; il 2 maggio crono finale

Giro di Romandia, quarta tappa clamorosa, finale pazzesco. E domani, 2 maggio, ultima tappa, cronometro  di 16,8 km. La quarta tappa è stata vinta da Michael Woods. Con arrivo a duemila metri. In uno scenario d’altri tempi. Pioggia e freddo per l’intera corsa,  nebbione che ad un certo momento ha costretto il collegio di giuria a neutralizzare la corsa per tre chilometri. E strappo finale tra la neve di Thyon, piccola e moderna stazione sciistica avvolta dalle nuvole.

Ha vinto un’aquila canadese di 34 anni che corre per la Israel Start-Up  Nation. Ha vinto il passista scalatore Michael Woods.

Ma gli ultimi trenta metri sono incredibili. Finiranno nelle cineteche del ciclismo. A trenta metri dal dal traguardo una scena crudele, perversa, brutale.

Geraint Thomas, dopo una feroce rimonta, ha acciuffato Michael Woods, solo al comando. I due si infilano nell’ultimo chilometro con il proposito di un duello leale, cavalleresco. In una parola: onesto. Stanno insieme per 800 metri, si studiano con l’occhio dei veterani degli sprint. A duecento metri dallo striscione Woods apre il gas e passa davanti. Thomas non perde la calma e all’ultima curva passa all’interno e punta dritto a vincere. 

Mancano 30-40 metri alla linea d’arrivo. Sembra fatta. Chapeu, vecchio pirata. Ma ecco il fatttacio. La ruota anteriore “svirgola”. Thomas cade. Forse si è rotto il freno e lui ha staccato la mano destra dal manubrio. Un ruzzolone imprevisto e spettacolare. Mai visto una dinamica del genere. Woods, incredulo, si gira appena e va a conquistare vittoria e maglia di leader della classifica.

Giro di Romandia, 4.a tappa, bene gli italiani

Bene gli italiani. Due sono nella top ten (Masnada e Caruso). Il giovane Simone Petrilli è andato in fuga col danese Nielsen, ha resistito nel diluvio, per un breve tratto è stato anche  solo al comando ma a 3,7 chilometri dall’arrivo  Woods lo ha raggiunto e lo ha piantato sentendo arrivare Thomas.

Approfittando della caduta dell’inglese, l’australiano Ben  O’Connnor si è piazzato secondo. Terzo lo sfortunato Thomas che, comunque, ha avuto la forza per risalire in bici e tagliare il traguardo da terzo. Quarto Hamilton, quinto l’ottimo Masnada. Caruso ottavo (decimo in classifica generale).

Una tappa regina di 161,3 km con quattro GPM. Due di prima categoria. Da Sion a Thyon 2000. Con pioggia, freddo, neve nel finale, nebbia. E la neutralizzazione di 3 chilometri per maltempo (decisione che ha irritato i direttori sportivi. Anche perché mal fatta e gestita).

Il primo gran premio della montagna è stata la salita di Anzere, una asperità di 1,6 km al 7% con picchi al 15%. Poi il terza categoria di Lens (3,5 km al 6,5%). Quindi lo scollinamento dopo 58 km con i big coperti e tranquilli.

Dopo la lunga discesa si è presentata la salita di Suen, il secondo GPM di 13,6 km con una pendenza media del 6,5% e con  picchi non oltre il 10%. È stato l’antipasto, dopo lo scollinamento, della salita conclusiva, lunga 21 km con il GPM posto a 200 metri prima della linea d’arrivo.
Finale crudele per Geraint Thomas. Se lo ricorderà per tutta la vita.

Domenica 2 maggio ultima tappa del Giro di Romandia sul tracciato di Friburgo. Una cronometro  di 16,8 km con saliscendi che faranno selezione.

La frazione conclusiva archivia l’edizione numero 72. Partenza del primo corridore è fissata alle 11.54. L’ultimo arriverà intorno alle 15. Geraint Thomas, due ori olimpici (inseguimento) e tre Mondiali, è favorito  per la tappa e la maglia da leader. Soltanto 11 secondi lo separano dal canadese Woods, 34 anni, buon passista-scalatore; il suo margine dallo squalo britannico è francamente troppo esiguo.

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