Gioco, più serenità e vecchie risorse: l’Inter cambia con il “nuovo” Conte

Dopo l’estate l’allenatore ha modificato approccio: stop alle polemiche (anche sul mercato) e un calcio ancor più offensivo. Stress e relax: prove di equilibrio per vincere

Keep calm, dicono gli inglesi. Keep calm and enjoy Inter, si potrebbe aggiungere. Antonio il Calmo non ha rubato il soprannome a un imperatore, ma di sicuro almeno l’idea a un maestro di yoga. È un altro Conte, quello che abbiamo davanti agli occhi. Un Conte nuovo, cambiato, che ha scelto un approccio decisamente diverso per ottenere l’obiettivo di sempre: vincere. Un allenatore che comunica (anche) con un account Instagram, che fin qui ha saputo abbinare il relax della famiglia allo stress da campo, in fondo una delle sue preoccupazioni più grandi nei momenti dei dubbi estivi sul futuro nerazzurro.

la comunicazione

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Del feeling stretto con il presidente Steven Zhang s’è già detto abbastanza. È la storia di una promessa, di un patto per il successo: facciamo entrambi un passo indietro per fare uno – decisivo – verso la vittoria di un trofeo, sfiorato già la scorsa stagione. E allora è bene scendere nei dettagli delle conseguenze di questo patto. Sono almeno tre gli aspetti da evidenziare, del nuovo Conte. Il primo, il più visibile, forse quello che più «costa» fatica al tecnico dell’Inter: il modo di comunicare. Il basso profilo. I dribbling che neppure il suo compagno di vecchie battaglie Zidane. I sorrisi, invece degli sguardi corrucciati. Chiamiamolo “godersi il percorso”, con le parole da lui stesso scelte. L’avvocato del diavolo là dietro suggerisce: tre partite sono poche per dipingere una svolta definitiva. Vero, ma fino a un certo punto. Perché alle tre gare va anche aggiunto il periodo del mercato, che una serie di tensioni inevitabilmente porta con sé. È evidente come la linea imposta dal presidente Zhang, per contenere la crisi dovuta al Covid, abbia frenato alcuni inseguimenti, leggi quello arcinoto a Kanté, quelli a Emerson o a Marcos Alonso. E come pure la mancata cessione di Nainggolan abbia messo i bastoni tra le ruote all’ultimo intervento in direzione Moses. Ecco: l’altro Conte, quello “vecchio”, quello del Barella/Sensi e ancora prima del Lukaku a tutti i costi, non avrebbe esitato a esprimere pubblicamente il suo pensiero. Il nuovo ha un approccio più morbido. Enjoy, siamo sempre lì. Il derby di sabato pomeriggio, in questo senso, vale come una prova ulteriore.

voglia di bellezza

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Antonio è sempre andato alla ricerca della perfezione, eppure anche sul campo qualche certezza è crollata: la perfezione è un concetto troppo astratto applicato al calcio. E allora la nuova missione della sua Inter 2.0 è la ricerca della bellezza. Intesa come desiderio di dominare la partita, di essere sempre propositivi in fase offensiva, non accontentarsi mai del minimo vantaggio ma continuare ad attaccare per cercare il gol attraverso il gioco, da fascia a fascia. Conte più volte ha raccontato in passato quale sia la sua idea nella metà campo offensiva. “Voglio una squadra che sappia andare a chiudere l’azione con quattro o cinque uomini”. E quest’anno, con degli esterni super-offensivi come Hakimi, Perisic e Young, il lavoro sembra più agevole. Gli esterni restano larghissimi, in linea con Lukaku e Lautaro, quasi a riproporre quell’attacco a 4 punte che segnò i primi successi del Conte allenatore: il 4-2-4 di Bari e Siena fece scuola, come la difesa a tre nata alla Juve, o il 3-3-4 ai tempi della Nazionale. Ma il 3-4-1-2 di oggi è un sistema ancor più sbilanciato, che spesso ha nei due difensori esterni due ex terzini abituati a spingere. Con il Milan potrebbe ripetersi l’esperimento visto già contro la Fiorentina, con D’Ambrosio e Kolarov nei tre dietro. E con centrocampisti straordinari nell’inserimento senza palla come Barella, Vidal, Brozovic, Gagliardini e Sensi, il numero di palle gol create dall’Inter è destinato ad assestarsi sulla doppia cifra in ogni gara.

i ripescati

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Il nuovo Conte, poi, sa tendere la mano a chi in passato lo ha deluso. Ricordate la sentenza su Perisic dopo il tour in Asia 2019? “Non può fare il ruolo che gli chiedo…”. Ossia esterno a tutta fascia. Eppure un anno dopo – vuoi per volontà di non svendere un patrimonio del club reduce dal Triplete con il Bayern, o per necessità di avere una rosa ampia e all’altezza nonostante il mercato low cost – Antonio ha deciso di dare una nuova chance all’esterno croato, titolare al debutto contro la Fiorentina e nel big match dell’Olimpico contro la Lazio. Skriniar, che era in partenza per motivi di cassa, s’è ritrovato vicecapitano. E nel derby guiderà Brozovic, eroe anti-Milan della passata stagione ma oggi non più intoccabile. Se a questi dovesse aggiungersi la scintilla di Eriksen, saremmo di fronte a un nuovo Big Bang. E all’inizio di una nuova era interista.

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