Cinque pareggi in 9 partite, il sorpasso dell’Inter, la classifica che piange: i bianconeri per ora non hanno ancora trovato la strada, ecco perché
29 novembre – Benevento
I progressi visti col Cagliari e, risultato finale a parte, con la Lazio, cancellati. Si torna alla partenza, o almeno indietro di qualche casella: la gara col Ferencvaros, salvata da Morata, e quella di Benevento, non salvata da nessuno, rinviano le ipotesi di decollo della Juve di Pirlo, ancora bella zavorrata a terra. Pareggi in serie, problemi con le piccole, inserimenti difficili: il nuovo tecnico sapeva che non sarebbe stata facile – in fondo questo è un vero tentativo di ricostruzione – ma due mesi abbondanti di partite (più che di lavoro, gli allenamenti sono stati pochi) siamo ancora alle fondamenta della nuova casa bianconera, senza certezze sulla loro solidità.
Il gioco
—
È la prima spina perché da lì voleva partire Pirlo: la sua Juventus deve essere propositiva e deve avere pallone. Quando non ce l’ha deve recuperarlo alto. Fin qui i progetti, nella realtà tradotti in un possesso sterile, con i cinque uomini offensivi statici in linea e la palla che gira orizzontalmente senza guizzi e in modo prevedibile, finendo in imbuti difensivi.
Attenzione e fiducia
—
I gol presi negli ultimi minuti della partita o del tempo, contro Lazio e Benevento, sono allarmanti, per una “grande” abituata a gestire partite e risultati. Amnesie collettive, quasi paralisi da “paura”. Pirlo dice che “manca personalità”, specie nei giovani. Il rischio è che cali ulteriormente la fiducia, in un circolo vizioso.
La classifica
—
Per costruire in tranquillità sono fondamentali risultati convincenti, che tolgano un po’ di assillo all’ambiente. Non sta succedendo, almeno non in campionato. Il Milan oggi può andare a +6, l’Inter non certo esaltante di questo inizio di stagione ha sorpassato, i cinque pareggi in nove gare fanno rumore.
La rosa
—
Il parco giocatori a disposizione del tecnico resta ricco e di qualità, ma i molti infortuni di questo inizio di campionato hanno evidenziato alcune criticità. In attacco con Ronaldo riposante non c’era un cambio in panchina e la cosa si riproporrà con la squalifica di Morata. In difesa Cuadrado e Danilo non possono riposare mai, a centrocampo da inizio stagione si sottolinea l’assenza di un vero play.
Dybala e i nuovi
—
Il “Moraldo” ha fin qui tirato in solitario la carretta. Dybala dovrebbe essere la seconda stella della squadra, ma sembra perso fra problemi fisici e ricerca infruttuosa di spazi in campo. Chiesa e Kulusevski, innesti da oltre 100 milioni, stanno avendo un inserimento complicato, o almeno non riescono a incidere quanto atteso (lo svedese aveva cominciato bene, poi…). Questa Juventus continua ad avere molte risorse inespresse: è un problema, ma anche una speranza per il futuro.
29 novembre – 12:19
© RIPRODUZIONE RISERVATA