Gioca, segna, vince: Ibra è tornato

Pioli l’ha messo al centro del Milan e Zlatan ricomincia nel suo stile. A quasi 39 anni

Dalla nostra inviata Alessandra Bocci

18 settembre – DUBLINO (IRLANDA)

Lo hanno preso per questo, come dice sempre modestamente: per vincere. Nella scorsa stagione Zlatan Ibrahimovic si è dovuto accontentare di un titolo virtuale, lo scudetto della ripartenza, ma se ha deciso di rimanere è per giocare una stagione intera e riportare il Milan dove lo aveva lasciato, in Champions League.

C’è un anno per riuscirci e in teoria ci sono due strade: quella principale, i primi quattro posti in campionato, e una un po’ più complicata ma affascinante, quella corsa a tappe chiamata Europa League. Una corsa che a volte parte con inizi stravaganti, ostacoli imprevisti, ma che Ibrahimovic è deciso a vivere fino alle fine, cosa che non è riuscito a fare nel 2017 con il Manchester United: si giocava la finale in Svezia, a casa sua, contro la sua ex squadra, l’Ajax. Ma Zlatan non c’era, fermato da un legamento crociato a pezzi. C’è qualcosa da prendersi ancora, un cerchio che deve chiudersi per davvero.

Risorse

—  

Sempre che Ibrahimovic decida di chiuderlo alla fine di questa stagione appena cominciata. Non fa programmi a lunga scadenza, come è logico che sia con i 39 anni in arrivo, eppure continua a trovare le motivazioni giuste. Pioli lo ha messo al centro del Milan, il club gli ha consegnato un’ideale fascia di capitano, i compagni sentono il suo carisma, l’asse con Calhanoglu è fortissimo in campo e fuori. Le premesse perché le cose funzionino ancora una volta ci sono, come si è visto al Tallaght Stadium. “Ibra è un giocatore intelligente, un campione, sa come gestirsi”, lo ha celebrato il tecnico. Perché è stato una volta di più un uomo-gol e un uomo-assist, ha suggerito buone situazioni ai compagni, si è preso la squadra sulle spalle nel complicato inizio, quando le menti dei più giovani magari vacillavano un po’. Questo è oggi Ibrahimovic: uno che forse sa sfruttare ancora di più le qualità modificate dal tempo che passa. “Se le gambe non vanno, puoi usare la testa. È la testa che comanda”. Affermazione fatta nel gennaio scorso, dopo l’avventura americana. Avvicinandosi ai quarant’anni serve un modo di giocare diverso e Ibra lo ha trovato.

Situazioni

—  

Perché magari non riesce a raccogliere la palla filtrante di Kessie, servirebbe uno scatto troppo veloce, ma sa sempre dove stare e come impressionare gli avversari. Per questo Pioli ha insistito con la società perché rimanesse, per questo Maldini e Massara lo hanno convinto, per questo le divergenze di vedute con l’amministratore delegato Gazidis alla fine si sono appianate. E dopo la lunga trattativa dell’estate, un corteggiamento che rischiava di diventare estenuante, Ibra ha cominciato con il piedone giusto. Quello che ogni tanto allunga troppo, come ha fatto anche ieri con qualche avversario, ma che dà l’idea di quanto le sue ambizioni siano piantate per terra. Perché Ibrahimovic si sente ancora Ibrahimovic e contro lo Shamrock Rovers ha fatto quello che ci si aspetta da lui. Senza strafare, perché strafare non serve. “Zlatan conosce bene il suo fisico e per noi è una risorsa”, ha detto ancora Pioli.

La scommessa

—  

Un giocatore unico, nel bene e nel male. Un talento che scommette sempre su se stesso e la scommessa questa volta è vincere anche un titolo europeo tutto suo. Anche se in fondo non ne ha bisogno, perché, come ripete spesso, si sente un campione lo stesso. Certo che una coppa non farebbe male, è ancora lontana ma sognare non costa nulla. In fondo il Milan lo ha preso per questo: per alzare l’asticella e ricreare ambizioni che parevano dimenticate.

Precedente Classifica Tour de France 2020/ Roglic ancora maglia gialla, Carapaz a pois Successivo Samp, Bonazzoli: "Vita nuova, ora sono al top! Quaglia? Un padre"

Lascia un commento