Gigio via, Calabria resta l’ultimo canterano cresciuto nel Milan

Con la cessione di Donnarumma rimane il terzino a rappresentare il settore giovanile rossonero tra i titolari della prima squadra

Ricci scuri e “milanismo”. Al giochino “how it started-how it’s going” c’è sempre lo stesso volto. Gli occhi buoni di chi studiava in auto prima di allenarsi e l’urlo liberatorio di chi giocherà in Champions. Con l’addio di Gigio, Calabria sarà l’unico titolare cresciuto nella cantera rossonera (terzo della rosa insieme a Gabbia e Daniel Maldini). Manifesto di crescita, perché Davide ha giocato la miglior annata della vita sfiorando la convocazione a Euro 2020. Pazienza, tiferà da casa.

Crescita

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Annata da top player, dicevamo. Lo dicono i numeri: 39 partite, due gol, altrettanti assist, un paio di partite giocate da mediano e una spinta costante sulla fascia destra. Il secondo della rosa per palloni rubati (191), passaggi chiave (21) e contrasti vinti (184); il primo per palloni intercettati (67) e cross riusciti (16, come Theo). Lui e il francese sono stati due frecce, diverse per caratteristiche ma unite dai numeri e dall’importanza. Calabria, poi, ha giocato alla grande, e non l’aveva mai fatto così. Da buon appassionato di vini potremmo dire che è migliorato “invecchiando”. Virgolette d’obbligo, si sa, perché Davide ha solo 24 anni e almeno altri 10 davanti a sé. Le annate precedenti, però, non l’avevano mai visto così protagonista. Così decisivo. “Il mio sogno era arrivare in prima squadra, ci sono riuscito”. Anche se la caravella-Davide ha dovuto affrontare un po’ di tempeste in mezzo all’Oceano rossonero, insidie dribblate col lavoro e la costanza, con l’impegno e i risultati, soprattutto grazie a Pioli: “All’inizio non era facile giocare come voleva lui, poi ci siamo parlati e ho capito tutto”. Risultati ottimi.

Milanismo

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Ai tempi dell’ultima Champions rossonera – annata 2013-14 -, Calabria era una delle stelline della Primavera. Avrebbe esordito la stagione successiva. Aveva 18 anni, in panchina c’era Pippo Inzaghi, accanto a lui una sfilza di ragazzi che non hanno mai sfondato. In prima squadra, invece, toccava ad altri portare un po’ di “milanismo” in giro per l’Europa: Abate, De Sciglio, anche Cristante (3 partite e un gol quella stagione). Il prossimo anno sarà affiancato dal classe ’99 Gabbia, 13 partite in tutte le competizioni, una buona riserva per i difensori centrali, e dal ventenne Daniel Maldini, figlio di Paolo, 11 presenze per rinnovare la tradizione di un Maldini in rossonero. Questione di geni. L’unico titolare cresciuto nel vivaio, però, sarà proprio Davide. Quello che a 12 anni “voleva mollare tutto perché gli mancavano famiglia e amici”. Che faceva su e giù per allenarsi. A settembre giocherà in Champions per la prima volta. “How it’s going“. Bene, no?

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