Gigio ritrova l’Inghilterra per tornare il numero uno

Miglior giocatore dell’Europeo, Gigio ha vissuto la stagione più dura, ma si sta ritrovando. Un anno dopo Saka…

Domani Gigio Donnarumma parerà di nuovo l’Inghilterra. L’ultima volta che lo ha fatto, 334 giorni fa, siamo diventati campioni d’Europa. Ricorderemo a lungo la smorfia di leggero smarrimento dopo il rigore decisivo parato a Saka in finale. Come quando il prof ti chiede una cosa che non sai. I compagni, che gli corsero incontro euforici, gli suggerirono la risposta: avevamo vinto, eravamo campioni. Donnarumma venne eletto miglior giocatore del torneo. Il più bravo di tutti, compresi quelli che giocavano solo con i piedi. Da quel momento, dal tetto d’Europa, Gigi ha cominciato una lenta discesa. Il passaggio all’ambizioso Paris Saint Germain si è dimostrato più complicato del previsto. Per tutta la stagione, Mauricio Pochettino, tecnico dei parigini, lo ha tenuto pilatescamente in bilico con Keylor Navas, che era sostenuto dalla potente anima sudamericana dello spogliatoio. Un’altalena logorante. Gigio, nel complesso, ha disputato una buona annata, ma ha paperato nel momento peggiore. Il maldestro disimpegno di piede al Bernabeu avviò la rimonta del Real Madrid che portò all’eliminazione del Psg dagli ottavi di Champions. Il Real avrebbe festeggiato il trionfo proprio a Parigi e, sotto il naso di Donnarumma, Thibaut Courtois sarebbe stato premiato come miglior giocatore della finale. Mentre in Italia, il riconoscimento per il miglior portiere della Serie A andava a Mike Maignan. Un altro pizzicotto all’orgoglio.

Courtois e Maignan

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Gigio abbandonò il Milan, inseguito da accuse di ingratitudine e di ingordigia, senza lasciare nostalgie: il suo successore è diventato l’eroe dello scudetto. Courtois, sconfitto all’Europeo, e Maignan: un anno dopo, i più bravi sono diventati gli altri. Le tensioni di una stagione complicata hanno influito anche sul suo rendimento azzurro. Dal novembre 2020 al giugno 2021, Gigio mise in fila 9 clean sheet. Nelle ultime 9 partite ha tenuto la porta chiusa una sola volta, contro la Lituania. Esemplare la semifinale di Nations League giocata in ottobre a San Siro: fischiato dai suoi ex tifosi, rischiò l’autogol clamoroso. Contro la Spagna all’Europeo, era stato uno dei primi eroi, con la parata decisiva sul rigore di Morata. Non meno esemplare del destino che gli ha voltato le spalle è il rasoterra del macedone Trajkovski che ha imbucato l’angolino fatale: un centimetro più in là sarebbe stato palo, uno più in qua parata.

re gigio

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Ma anche nelle avversità, come nell’esordio precoce, Donnarumma ha dimostrato una maturità superiore all’età. Non dimentichiamo che è ancora un ragazzo di 23 anni. Ha vissuto con equilibrio la sfida con Navas, le polemiche, i tweet acidi dei milanisti, le papere, ha parato il dolore per la scomparsa dell’amico -manager Mino Raiola e, nel finale di stagione, la ruota del destino sembra aver cambiato verso. Navas promette ancora battaglia, ma il Psg pare abbia scelto finalmente di puntare sull’italiano. Nella deludente Finalissima di Wembley, Gigio è stato il migliore degli azzurri rimbalzando più volte Messi. Ha parato bene anche contro Germania e Ungheria. La fascia di capitano gli ha restituito ulteriore autostima. Nella Nazionale dei debuttanti e degli esperimenti, Donnarumma è l’unico punto fisso, escluso dalle rotazioni. Il c.t. Mancini lo ha incoronato di nuovo: «Per me Gigio resta il numero uno del mondo». Domani, a Wolverhampton, contro l’Inghilterra, vuole dimostrarsi tale. a un anno dal glorioso rigore parato a Saka. I bravi portieri, d’altra parte, fanno così: quando vanno a terra, si rialzano in fretta.

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