Gigio è scosso, ma ora arriva la Juve: calmarlo è la priorità del tecnico

Il colloquio di sabato tra il portiere e gli ultrà autorizzato per provare ad alleggerire un clima che si stava surriscaldando, ma ha lasciato strascichi emotivi in Gigio

Sabato sera, durante il match col Benevento, Gigio Donnarumma è riuscito a mascherare bene il tormento che lo agitava dentro. Guanto alzato in segno di festa al gol di Calhanoglu, il solito vocione che dirige la difesa e che rimbomba nel Meazza deserto. E poi qualche intervento dei suoi, tra uscite alte e parate, a blindare la porta rossonera. Sorrisi pochi, quello sì, ma pareva più che altro una reazione alle polemiche nate dopo il suo saluto un po’ troppo “allegro” a Reina nel match perso all’Olimpico. In tarda serata, però, è emerso ciò che era accaduto qualche ora prima a Milanello: il confronto con una delegazione di tifosi, la richiesta di non giocare contro la Juve in assenza di rinnovo contrattuale, le lacrime per sfogare lo stress. Pochi minuti, ma sufficienti per lasciare strascichi emotivi a lungo, anche in chi fa della personalità un punto di forza.

Le scelte

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Quello che è accaduto all’ora di pranzo del primo maggio, confrontate tutte le ricostruzioni, ormai è sufficientemente chiaro. Di sicuro Gigio si sarebbe risparmiato volentieri il faccia a faccia, soprattutto nel giorno di una partita di Serie A. Ma a un certo punto è apparso chiaro – a lui come alla parte della dirigenza presente a Milanello – che il modo più efficace per tenere la situazione sotto controllo fosse concedere ai tifosi qualche minuto di confronto col portiere, confidando nel buon senso da parte di tutti. Se si fosse temporeggiato oltre, il rischio sarebbe stato quello di vedere ingrossarsi il gruppo dei tifosi accorsi al centro tecnico, e quel punto non sarebbe stato semplice gestire l’ordine pubblico: non ci sono state minacce dirette, ma insomma, meglio evitare assembramenti di ogni genere.

Il conforto di Pioli

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E così Gigio è andato, si è spiegato, è tornato. Ha pianto, comprensibilmente toccato da quel momento di tensione inaspettato. Ha ricevuto l’appoggio del d.t. Paolo Maldini, che ha ribadito in una nota all’Ansa come nessuno possa permettersi di influenzare il rapporto tra il Milan e il suo portiere. Che si tratti di rinnovo (congelato fino al termine del campionato) o di utilizzo in campo. Decidere se schierare o meno Donnarumma contro la Juve è una scelta che compete solo a Stefano Pioli: facile immaginare che il tecnico lo confermerà tra i pali, dopo aver lavorato in settimana sulla psiche del ragazzo. Perché Pioli questo lo sa fare benissimo: protegge i suoi giocatori (anche il 39enne Ibra, non solo i più giovani), fa scudo, tranquillizza, rasserena. A Torino c’è bisogno di un Gigio concentrato, inutile dirlo. E va ritrovata un po’ di calma in generale, specie dopo una vittoria sul Benevento che avrebbe dovuto riportare ottimismo e pensieri positivi. Ne avrà di lavoro, Pioli. Come e più di sempre.

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