Gigi Sartor, ex calciatore arrestato vicino Parma: per l’accusa coltivava marijuana in una serra

Gigi Sartor è stato arrestato. Sì, proprio lui, Luigi Sartor, ex calciatore di Serie A. Ha giocato anche in Inter, Roma, Parma. A cavallo tra anni Novanta e primi Duemila era famoso. E ora è accusato di coltivare marijuana in una serra.

La Guardia di Finanza di Parma, scrive l’Ansa, lo ha trovato assieme a un’altra persona mentre stava curando una serra. 106 piante di marijuana che erano state piantate in un casolare abbandonato di Lesignano Palmia, piccola frazione della montagna della provincia di Parma. Sartor, che oggi ha 46 anni, è finito agli arresti domiciliari. 

L’episodio è stato riportato da la Gazzetta di Parma. L’ex di Juventus, Inter, Roma e Parma ha scelto la città emiliana come sua residenza undici anni fa.

Gigi Sartor arrestato in una serra di marijuana

E venerdì scorso, all’ora di pranzo, gli agenti della Fiamme Gialle avrebbero trovato Sartor assieme a un altro 46enne di Parma. Racconta la Gazzetta di parma che i due sarebbero stati intenti a curare la coltivazione che, secondo le stime, avrebbe potuto fruttare oltre due chili di droga.

Gli inquirenti da tempo indagavano sull’attività che si svolgeva all’interno di quel casolare all’apparenza completamente disabitato. Ma per il quale pare fosse stato richiesto il raddoppio della potenza del contatore. In più, di notte, raccontano le cronache che dalle fessure dello stabile brillavano le luci dell’illuminazione interna e all’esterno si percepiva un odore particolare.

L’ultimo indizio gli agenti lo avevano avuto una decina di giorni fa simulando un controllo stradale di routine della vettura dell’ex calciatore avvertendo, all’interno della vettura, lo stesso aroma di marijuana.

Sartor e la condanna poi prescritta per il calcioscommesse

Luigi Sartor nell’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice Beatrice Purita si è avvalso della facoltà di non rispondere e ora è agli arresti domiciliari.

Sartor fu uno dei nomi della vicenda Calcioscommesse partita dalla Procura di Cremona nel 2011. Finito in carcere, l’inchiesta si concluse per lui nel 2019 con la dichiarazione di prescrizione. Il tribunale di Bologna dichiarò estinta la partecipazione ad associazione a delinquere. 

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