Gibilterra, l’insegnante di sostegno che ha stregato Depay: “Fai il cucchiaio”

ROMA – È di una quelle storie che potrà raccontare ai nipotini quando sarà più anziano, per ricordare i tempi in cui aveva difeso i pali della sua nazionale. Già, perché se sei nato nel piccolo stato di Gibilterra come Bradley Banda, non capita tutti i giorni di poterti confrontare con campioni di livello internazionale. E se quando succede riesci a toglierti la soddisfazione di parare anche un calcio di rigore a Memphis Depay, ecco allora che la tua vita si è regalata un highlight impossibile da dimenticare. L’episodio è accaduto a Rotterdam, nella partita di qualificazione ai Mondiali disputata lo scorso 11 ottobre. A vincere, neanche a dirlo, era stata l’Olanda, con un 6-0 netto e senza possibilità di replica. Sul risultato di 1-0, però, il 23enne estremo difensore di Gibilterra, alla sua prima partita in nazionale, è riuscito a togliersi la soddisfazione di neutralizzare un penalty all’attaccante del Barcellona.

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“Dai, fai il cucchiaio”

Un risultato voluto e studiato, con tanto di fattore psicologico inserito poco prima dell’esecuzione: “Un paio di sere prima della partita – ha raccontato Banda al Mirror – ero seduto nella mia stanza d’albergo e ho pensato, per ogni evenienza, di dare un’occhiata ai rigori di Memphis Depay. Lui è un tale specialista, può calciare da entrambi i lati, al centro, in basso a sinistra, in basso a destra. E segna molto spesso. Ho notato però una tendenza, che gli piace molto colpire la palla a pallonetto, quindi sono andato a scambiare due parole con lui e gli ho detto: ‘Dai, vediamo, fammi il cucchiaio!‘”. Poi ha continuato: “Pensavo che questi ragazzi fossero a un livello di professionalità completamente diverso; i loro standard sono troppo più alti rispetto ai nostri. Così ho pensato che l’unico modo per fermarlo fosse provare a livellare il campo di gioco. In quell’ultima frazione di secondo, ho letto la sua posizione del corpo, sono andato, e poi è successo“. Depay ha provato a incrociare, Banda ha neutralizzato il tiro buttandosi sulla sua destra. Una prodezza che è stata esaltata anche dallo stesso pubblico olandese, che ha iniziato a cantare un coro per lui: “Stavano tutti urlando il mio nome. ‘Banda, Banda, Banda’. Ed è stato davvero incredibile vederlo dai tifosi avversari. Non è qualcosa che si vede spesso in un campo da calcio“.

Lavoro e allenamenti

Una sorta di trofeo per chi è abituato a destreggiarsi tra il suo lavoro di insegnante di sostegno e gli allenamenti: “Lavoro in una scuola per bisogni speciali come assistente di supporto all’apprendimento, quindi sono al lavoro dalle 8:45 alle 15:15, normale orario scolastico“, ha detto Banda. “La maggior parte dei giorni cerco di andare in palestra intorno alle 7 del mattino per fare circa un’ora di lavoro prima di andare a scuola. Poi, una volta finito il mio turno a scuola, devo andare in Spagna per allenarmi, perché a Gibilterra siamo molto limitati per quanto riguarda le strutture di allenamento. Capita anche di dover fare un’ora di coda alla frontiera. Sostanzialmente quindi lavoro dalle 7 alle 20, ma questa è la vita di un giocatore semi-professionista a Gibilterra“. Che quando sarà grande, avrà almeno una fantastica storia da raccontare ai nipotini.

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