Giappone, non è la prima volta: 34 anni fa in Holly e Benji…

Nel settembre 1988 la prima volta fu nei mitici cartoni animati e finì 3-2 per i nipponici. Ma ora il successo è reale…

Salvatore Malfitano @malfitoto

23 novembre – Milano

Al fischio finale il pensiero è andato subito a quei ragazzini che sfrecciavano su un campo infinito, segnavano con evoluzioni incredibili e scagliavano tiri dalla potenza metafisica. Perché, fino a poche ore fa, non era questa la vittoria più memorabile di una selezione giapponese contro la Germania. Nel settembre 1988 la finale dell’International Junior Youth Tournament, competizione riservata alle nazionali Under 15, si gioca proprio tra il Giappone e la formazione tedesca e si conclude col successo dei primi. Se non si trova nulla nei dati ufficiali, non c’è da sorprendersi: siamo nel mondo immaginario di Captain Tsubasa, in Italia ben più noto come Holly e Benji, l’anime più celebre sul mondo del calcio. Al torneo partecipano dodici squadre, divise in quattro gruppi da tre. Il Giappone arriva primo nel proprio girone superando l’Italia e l’Argentina, poi batte la Francia in semifinale. La Germania invece vince contro Portogallo e Canada nel gruppo e lo stesso esito si verifica contro l’Uruguay.

Enorme portiere

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L’inizio della gara è complesso per Holly e compagni, che sbattono contro il muro eretto dall’enorme portiere dei tedeschi, Reiner Bauer, ispirato al reale Tony Schumacher. Il Fire Shot di Karl-Heinz Schneider vale il vantaggio, il pareggio lo firma Tom Becker di testa in tuffo piegando la mano di Bauer, ma l’attaccante della Germania riesce a trovare la doppietta personale con un altro tiro imparabile. Holly si carica la squadra sulle spalle, serve un assist con una capriola all’indietro per il 2-2 di Lenders. Quando la partita sta per volgere al termine, il numero 10 del Giappone s’inventa il gol vittoria: calcia contro la traversa e sul rimbalzo si alza in rovesciata; sembra indirizzata all’angolino basso, ma poi si impenna e si infila sotto la traversa per il 3-2 finale. Una vera e propria impresa, che da oggi forse passerà con giusto motivo in secondo piano.

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