Giampaolo, Covid alle spalle e avviso alla Juve: “Siamo in crescita. Derby… da playstation”

Il tecnico granata parla della sfida ai bianconeri: “Noi in salute, in miglioramento nel gioco e nelle consapevolezze. Ho chiesto cuore, organizzazione e personalità. Il coronavirus? Vedere le partite dal divano è stata una tortura”

Mario Pagliara

4 dicembre – Milano

Rieccolo, Marco Giampaolo. Ventidue giorni dopo quel tampone del 13 novembre in cui era risultato positivo al Covid-19, il tecnico riprende il suo posto davanti alle telecamere. E lo fa in un’occasione speciale, la vigilia del derby di Torino in programma domani alle ore 18 allo Stadium. Il tampone di ieri gli ha riconsegnato il suo Toro in presenza, avendo potuto dirigere al Filadelfia l’allenamento. Si ripresenta carico e fiducioso, perché “ho ritrovato una squadra in piena saluta, che sta crescendo e che migliora sempre di più. Finora siamo stati troppo penalizzati dagli episodi, ma non può andare sempre così”.

Smart training

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“E’ stato un momento in cui sono stato lontano dalla squadra, ma non certo emotivamente – Giampaolo comincia raccontando come ha vissuto i ventuno giorni di isolamento in casa -. In realtà, ci sono sempre stato. Sono stato asintomatico i primi due giorni, poi ho avuto dei sintomi. Che possono essere più o meno pesanti da sopportare, io qualcosa ho avuto, e ancora mi trascino dietro qualche sintomatologia”. Rende la sua testimonianza: “Bisogna fare attenzione e fare sacrifici, perché stare da soli e non frequentare luoghi affollati, pensando a me non succede, può anche non bastare. Rischi sempre di cascarci dentro. Posso dire che venti giorni a casa sono stati pesanti, e oltre a questo si aggiungono gli strascichi che l’infezione di lascia addosso”. C’è l’uomo Marco, e c’è l’allenatore Giampaolo. Che questi ventuno giorno li ha trascorsi così: “Ho lavorato molto da casa, ho guardato tante partite, praticamente dalla mattina alla sera fino a quando riuscivo a tenere gli occhi sul video – ricorda -. Ho stilato strategie, e i miei collaboratori sono stati bravi a dare continuità alla programmazione. Le mie giornate sono state queste. Qualche volta con la squadra mi sono confrontato in riunioni video. L’aspetto negativo è stato vedere giocare la squadra in tv dal divano: è stata una tortura”.

Il derby

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Domani sarà la sua prima stracittadina torinese. “E il derby senza tifosi è surreale. Perché il derby, in fondo, inizi a respirarlo dal lunedì precedente, e lo percepisci attraverso l’interazione che hai con la gente. Tutto questo non c’è adesso. Il calcio senza tifosi è playstation”. Ai suoi calciatori ha chiesto tre elementi sopra tutti: “Il cuore sempre, l’organizzazione da cui non puoi prescindere, e la personalità che chiedo costantemente. Dobbiamo giocare la partita senza lasciarsi giocare dalla partita. Attraverso questi elementi vogliamo assottigliare il gap con i nostri avversari. Ma percepisco una crescita da parte della mia squadra – ripete -. Capisco che i risultati sono determinati, ma sono sereno. Anche ieri quando sono rientrato dall’allenamento ho visto la squadra bene, molto bene”.

Il bilancio

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Eccolo, allora, il suo bilancio di queste prime nove giornate del Toro: “Penso che il Toro sia migliorato e migliori sempre di più. Credo anche che il Toro, in questa prima parte di campionato, sia stato penalizzato oltre modo dagli episodi e dai risultati. Avremmo potuto avere diversi punti in più. C’è stato un crescendo nelle prestazioni e nella consapevolezza. E’ chiaro che non siamo al top, ma la squadra ha fatto enormi passi in avanti. L’augurio è di migliorarci sempre e uscire meno penalizzati dalle situazioni che hanno dato un riscontro negativo”.

Singoli

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Rispetto ai singoli, pone un accento su Simone Zaza: “Stava bene anche prima che io lo lasciassi, perché stava facendo buone partite. Il giorno in cui sono risultato positivo ho avuto una discussione con lui, ma sempre costruttiva. Lui era appena tornato dalla suo periodo di indisponibilità, abbiamo avuto un confronto, gli ho detto cose che gli dovevo dire. Lo avevo lasciato in netta crescita, e volevo che continuasse con un certo atteggiamento per continuare con la sua crescita. Ma ho parlato con Zaza come con tutti gli altri”. Una riflessione sui moduli: “Il 3-5-2 o il 4-3-1-2? Entrambi sono una risorsa. Anche l’ultima partita l’abbiamo rimessa a posto cambiando il sistema di gioco”.

Difesa maglia nera

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La chiusura è dedicata a una riflessione sulla difesa del Torino, che è la più perforata ad oggi della Serie A. “Noi siamo la squadra che ha subito più reti. Siamo la peggior difesa del campionato e siamo tutti con le orecchie lunghe da mettere dietro la lavagna. È così nei numeri, ma poi si deve fare una ricerca e approfondire le dinamiche”. E qui Giampaolo approfondisce: “Abbiamo dei parametri che si riferiscono, ad esempio, a quante occasioni concediamo negli ultimi 35 metri, per quanto tempo gli avversari sostano nella nostra metà campo, ogni quanti minuti gli avversari creano un’occasione potenziale da gol, quanti tiri prendiamo nell’area di rigore o quanti ne prendiamo in generale. In base a questi parametri, per 3 su 5 siamo nella media, in 2 su 5 siamo tra i primi cinque. Siamo ventesimi nella percentuale di gol subiti in proporzione alle occasioni concesse. Siamo penalizzati da questo dato, che può essere determinato da un tiro all’incrocio dei pali o un errore banale. Noi prendiamo gol inaspettatamente, anche nel miglior momento di controllo della partita. Se miglioriamo questo dato…Non può andare sempre così. Devo rinforzare l’autostima dei miei giocatori. Perché le prestazioni sono buone e perché la tenuta difensiva non è un disastro”.

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