Genoa, ecco Shevchenko: “La proprietà mi ha garantito rinforzi a gennaio”

Il nuovo tecnico si presenta: “Ringrazio la nuova proprietà. Abbiamo bisogno dei tifosi, spero di averli dalla mia parte”

I silenzi. Le pause. La voce sottile, ma ferma. Quel senso di eterna gratitudine che traspare ogni momento per l’Italia. E poi quell’atteggiamento umile, maledettamente umile, solo apparentemente in contrasto con le idee chiarissime che Andriy Shevchenko dimostra di avere ben chiare in testa. Questo è davvero l’inizio di una nuova era per un Genoa che, in fondo, chiede innanzitutto di poter tornare a sognare un po’.

“Sono arrivato in un club importante -esordisce Shevchenko, protagonista assoluto nella pancia del Ferraris, dove il club ha organizzato la prima chiacchierata con l’ucraino -. Questo è un progetto a cui tengo tanto. L’obiettivo numero uno per noi, adesso, è quello di giocare in Serie A il prossimo anno, e io farò di tutto per centrare questo traguardo. Questa è la mia promessa ai tifosi del Genoa”. E poi, non certo per piaggeria, ribadisce l’importanza “dei tifosi, perché io ricordo una partita da avversario in questo stadio contro il Genoa, che si rivelò difficilissima perché i nostri avversari giocavano davvero in dodici”. La priorità ora è quella di ridare fiducia alla squadra in attesa di un gennaio dove il mercato dovrà portare nuovi innesti e qualità alla squadra. “Sarà importante rafforzare la squadra a gennaio, ma comunque sin d’ora ho visto grande disponibilità da parte dei ragazzi – prosegue il campione ucraino – L’obiettivo è quello di raggiungere una posizione di classifica tale da poterci permettere di respirare con tranquillità. Solo così potremo lavorare meglio”.

Proprietà felice

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Anche Josh Wander, cofondatore di 777 Partners, la società di investimenti alternativi che ha acquistato il Genoa, ha ribadito come Sheva “sia la persona giusta. Come in tutte le decisioni che riguardano il business, non è stata una decisione presa alla leggera. Abbiamo fatto una ricerca su scala mondiale prima di arrivare a lui. E, altro aspetto, non c’è stata una voce negativa intorno ad Andriy fra tutte le persone che abbiamo sentito. Abbiamo effettuato una due diligence su scala mondiale, prima di scegliere Andriy. Non l’abbiamo scelto per il nome, ma per il cervello. Lui sarà il fulcro del nuovo Genoa”.

I maestri

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“Zaccheroni, Ancelotti, Cesare Maldini. Per me – racconta l’ucraino – è stata una scuola calcistica importantissima. Mi sono preparato per questo carico. Aspettavo un’opportunità simile. C’è tanto da fare, ma non sono spaventato”. Ha parlato con Galliani, “sentirò nei prossimi giorni il presidente Berlusconi”. Lavora a un Genoa, almeno inizialmente, costruito “sul 4-3-3 o sul 3-5-2”. E aspetta il primo confronto con Mourinho, “un tecnico per il quale ho grandissimo rispetto”. E, per il Pallone d’Oro, vota “Jorginho o Messi”. Comunque, al di là dei meriti calcistici, della classe, delle doti personali, secondo Sheva conteranno gli uomini: “Tanti miei compagni del Milan sono diventati allenatori perché erano persone eccezionali, prima che campioni. Faccio un grande in bocca al lupo a Mancini in vista della gara con la Svizzera. L’Italia è una grandissima squadra con un grande allenatore”. Shevchenko, una pepita. Qui gli ricordano che l’ultimo trofeo vinto dal club rossoblù fu la coppa Italia del 1937. E’ l’ora di tornare a sognare, almeno un po’. Sheva è arrivato per questo. Gli servirà solo un po’ di tempo.

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