Generazioni contro: il “gran veterano” Ranieri battezza il debuttante Pirlo

Il tecnico della Juve è alla sua prima panchina, mentre il 68enne allenatore della Sampdoria ne fa oggi 400 in Serie A

Il 19 maggio 1979 è un sabato e a Flero, in provincia di Brescia, nasce un bambino destinato a far parlare di sé, Andrea Pirlo: diventerà uno dei più grandi centrocampisti di sempre. Sei giorni prima, domenica 13 maggio, si è concluso il campionato di Serie A e all’ultima giornata il Catanzaro ha battuto il Torino. Il Catanzaro ha chiuso in gloria una bella stagione: nono posto, salvezza. Uno dei suoi elementi chiave è un terzino che sa marcare e spingere, un giocatore «totale», come si usa dire allora sull’onda lunga dell’Ajax e dell’Olanda. Si chiama Claudio Ranieri, ha 27 anni e di lì a poco, nel 1986, comincerà alla Vigor Lamezia, sempre in Calabria, una lunga carriera da allenatore, non ancora conclusa.

dislivello

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Juve-Samp di stasera è racchiusa in questo dislivello generazionale. Ranieri compirà 69 anni il 20 ottobre, la qual cosa gli vale il titolo di allenatore più anziano della Serie A. Pirlo ne ha fatti 41 a maggio e non è il tecnico più giovane per una questione di pochi giorni. Roberto De Zerbi è nato il 6 giugno 1979, ma l’allenatore del Sassuolo è in pista da tempo, Pirlo no, comincia oggi. Il computer sforna-calendari si è divertito a mettere subito in scena un testacoda anagrafico. Il debuttante assoluto Pirlo, 0 presenze come allenatore, contro il veterano Ranieri, che stasera festeggerà le 400 panchine in Serie A e che ha allenato ovunque: in Spagna, in Inghilterra, in Francia, in Serie B, in Grecia la nazionale. Se includiamo i dilettanti e la Serie C, Ranieri viaggia intorno alle mille partite da allenatore. Mille contro zero, e la Premier League vinta in provincia con il Leicester come zenit di un percorso infinito. Pirlo però allena la Juve e Ranieri la Samp, e tanto dovrebbe bastare per compensare il divario di conoscenze. Usiamo il condizionale perché siamo abbastanza sicuri che Ranieri abbia visto la Juventus nell’amichevole contro il Novara e abbia colto incongruenze e infiltrazioni. Ha illustrato ai suoi i difetti della nuova Juve e stasera la sua squadra cercherà di estremizzarli.

differenze

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Perché Ranieri, se stiamo agli intenti della tesi con cui Pirlo si è «laureato» a Coverciano, si muove agli antipodi del calcio inseguito dalla nuova Juve. Come tanti colleghi che hanno cominciato negli anni Ottanta, è stato influenzato da Sacchi, poi se ne è distaccato. Ne ha conservato il sistema, il 4-4-2 con l’eventuale variante del trequartista, ma i principi di gioco no. Ranieri non chiede alle sue squadre di pressare in alto né di costruire dal basso. Ranieri esige linee strette, toglie spazi, riparte in contropiede. La variante Ronaldo, il gol del fuoriclasse, può minare qualsiasi accorgimento, però Pirlo stesso sa che Ranieri, con la propria smisurata esperienza, potrebbe complicare la sua prima.

filo rosso

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L’allenatore del Catanzaro di Ranieri, di cui si diceva all’inizio, era Carlo Mazzone, oggi 83enne. Nel 2001, al Brescia, Mazzone ha allenato Pirlo per un pugno di partite, pochi mesi sufficienti per inventarlo regista, da trequartista che era, l’intuizione giusta. Divisi da tanto, forse da tutto, ma uniti da Mazzone, questo è il filo rosso che congiunge Pirlo e Ranieri.

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