Gavi, la sorpresa del Barcellona: è una mezzala del 2004

Il Barcellona non vuole sentirsi prigioniero di Messi e della nostalgia. Deve convivere con un’epoca che si è chiusa nel modo più traumatico e con il ricordo dei capolavori di Leo, passato dalle lacrime nel giorno dei saluti ai sorrisi nel Paris Saint Germain. Il presidente Laporta ha cercato di riportare tutti alla realtà rimarcando che il club blaugrana è soffocato da un miliardo e mezzo di debiti. E che l’eventuale rinnovo di Messi non sarebbe stato mai approvato dalla commissione di controllo della Liga. Divorzio inevitabile, imposto dal bilancio, dai conti. La sfida immediata, adesso, è quella di tornare a costruire talenti in casa, nella “Masia“: un passo indietro, maturo e responsabile, in attesa di uscire dal tunnel di una crisi profonda. Si riparte da Ansu Fati, diciotto anni, tredici gol e cinque assist nel Barcellona: è fermo a causa di una doppia operazione al menisco del ginocchio sinistro, eseguita a Oporto dal professor Noronha, ha svolto la fase di recupero a Madrid e ricomincerà ad allenarsi con Koeman dalla metà di settembre. Ansu Fati guida la generazione delle grandi promesse, può diventare una stella. Proprio come Pedri, altro 2002, mezzala, titolare fisso con Koeman e nella Spagna di Luis Enrique: ha rinunciato alle vacanze, dopo l’Europeo e le Olimpiadi a Tokyo, per aiutare subito il Barcellona, che ha debuttato domenica sera in campionato battendo (4-2) la Real Sociedad.

LA CANTERA – Ansu Fati e Pedri rappresentano la nuova gioventù blaugrana insieme con Eric Garcia, classe 2001, che ha lasciato a parametro zero il Manchester City per riabbracciare il Barcellona, tradito tre anni fa, quando il difensore centrale non aveva ancora un contratto. Koeman appartiene alla scuola di Cruijff, è pronto ad aprire la porta anche a un altro gioiello della “Masia”: si chiama Gavi, ha diciassette anni, è un trequartista. Il tecnico olandese lo ha portato in panchina al Camp Nou per la sfida con la Real Sociedad. Lo farà esordire presto: Koeman è abituato a lanciare talenti, non si fa condizionare dalla carta d’identità. Pablo Martin Paez Gavira, che tutti chiamano Gavi, è nato il 5 agosto del 2004 a Los Palacios y Villafranca, vicino a Siviglia, in Andalusia. Dribbling e invenzioni da numero 10, un metro e 73, velocità di gambe e di pensiero.

LA SVOLTA – Ha già giocato due partite nel Barcellona B, promosso dal tecnico García Pimienta. Ha iniziato nella scuola-calcio del Betis. Ed è entrato nella “Masia” quando aveva undici anni. E’ un destro naturale, ha firmato un contratto fino al 2023, viene definito la “nueva joya” della cantera, dove ha stregato tutti i suoi allenatori, a partire da Franc Artiga. Koeman è rimasto colpito dal suo repertorio. La grave crisi finanziaria della società ha favorito questa brusca sterzata: stop agli investimenti, agli ingaggi faraonici. C’è la ferma intenzione di attingere dalla “Masia”. Non solo Ansu Fati, Pedri, Eric Garcia e Gavi: Koeman sta seguendo la crescita di Yusuf Demir (2003), austriaco, ala destra, Riqui Puig (1999), mediano-regista, e Ronald Araujo (1999), uruguaiano, difensore centrale. La vita continua, non si ferma a Messi: è la regola di Koeman e Laporta.

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