Gavetta, zero social e assist: chi è Jordan, il pupillo di Lopetegui che piace alla Juve

Il centrocampista sta attirando l’attenzione di mezza Europa. Perno della mediana andalusa, è esploso grazie alle dritte di due guru Mendilibar e l’attualte allenatore dei Rojiblancos

Tra i nomi che si valutano a Torino per il futuro centrocampo bianconero, reparto dove probabilmente ci sarà maggior necessità di intervenire, c’è una novità dalla Spagna che risponde al nome di Joan Jordan Moreno. Il 26enne centrocampista catalano, rivelatosi una pedina fondamentale del Siviglia di Lopetegui, piace in realtà a mezza Europa e da tempi non sospetti. In Premier c’era chi lo voleva già due estati fa, quando gli andalusi se lo accaparrarono con un assegno di 14 milioni versati all’Eibar senza pensarci un solo istante. Oggi il Siviglia si aspetta di ricavare almeno tre volte tanto, forte di una clausola risolutiva pari a 60 milioni.

Tecnica, visione e dinamismo

—  

Il 26enne di Girona è uno di quei giocatori che si “vedono” poco ma pesano tremendamente nell’economia del gioco. Costanza e continuità di rendimento sono due marchi di fabbrica, lo testimonia la media di circa 40 presenze stagionali negli ultimi cinque anni. Dinamismo e visione di gioco sono invece le principali qualità di un giocatore che in mezzo al campo può ricoprire praticamente ogni ruolo, ma che dà il meglio come mezzala o da classico “pivot”. Con Fernando e Rakitic è l’ago della bilancia nella mediana di Lopetegui, dove intensità e verticalizzazioni rapide sono requisiti imprescindibili per il funzionamento della macchina. E lì Jordan si è rivelato una pedina pressoché insostituibile, al punto da destare l’interesse di una vasta schiera di club di prima fascia tanto in Serie A quanto in Premier. Rapido, solido e con un destro decisamente educato, Jordan è il centrocampista box-to-box che garantisce rapide transizioni e micidiali inserimenti in attacco. Non solo, il catalano ha dimostrato anche di cavarsela bene sotto pressione, riuscendo speso a districarsi in situazioni di difficoltà con possesso e visione di gioco. Come stile di gioco, in Spagna è stato accostato a Fabregas, soprattutto per visione di gioco e propensione all’inserimento. Dettaglio non irrilevante, possiede un destro piuttosto preciso e se la cava bene anche col sinistro: statistiche alla mano, è il sesto giocatore in Europa per lanci lunghi azzeccati, con una media di 5,1 a partita.

Tenacia e gavetta

—  

In Spagna c’è chi pronostica una sua imminente convocazione in nazionale, che per Jordan sarebbe il premio a una carriera esplosa un po’ tardi e dopo una nutrita gavetta. Jordan è infatti rimbalzato da tanti piccoli club locali (Palafrugell, Bisbalenc, Sabat) fino ai 14 anni, prima di compiere il primo importante salto entrando nelle giovanili dell’Espanyol. Galeotta fu una prestazione superlativa, con conseguente vittoria, contro la nazionale messicana U15 in un torneo estivo disputato in Catalogna. All’Espanyol si è fatto le ossa in terza categoria per tre anni con la seconda squadra, per saggiare finalmente l’aria della Liga a 20 anni. Eppure, per riuscire a emergere Jordan ha avuto bisogno di scendere in Segunda (con il Valladolid) e mettersi in gioco a Eibar, dov’è esploso definitivamente trovando la propria dimensione. Gran parte del merito, per stessa ammissione di Jordan, va a Mendilibar e a Lopetegui, che l’hanno plasmato tatticamente trasformandolo.

Punto fermo

—  

Non ha un gran feeling con il gol: a Siviglia, per il momento, solo 4 reti in 88 presenze, ma gli assist di questa stagione sono già 8. La sua principale abilità è quella di saper capovolgere rapidamente l’azione e trovare varchi utili per l’inserimento dei compagni, giocando in costante propensione offensiva. Dal suo sbarco sulle rive del Guadalquivir è uno dei giocatori con il più alto numero di presenze, stakanovista di un Siviglia che oltre all’Europa League conquistata contro l’Inter si è anche meritato il piazzamento Champions e ha battagliato pure in Coppa del Re. La fascia di capitano indossata per la prima volta la scorsa settimana contro il Valladolid è la testimonianza di quanto, a dispetto della scarsa pubblicità, Jordan sia invece diventato fondamentale in una squadra di primo livello, com’è ormai il Siviglia da qualche anno a questa parte. Di atipico, visti i tempi, Jordan ha solo la scarsa passione per i social (ha dichiarato di recente di non avere account Facebook né Instagram). Nella testa di Jordan, al momento, c’è solo il pallone e una carriera che, dopo tanti sacrifici, è finalmente pronta a spiccare il volo. Magari, chissà, anche a tinte bianconere.

Precedente Serena: "La carriera da allenatore? Parlai con Trap e gli dissi 'Non fa per me'" Successivo Dalla Turchia, a sorpresa: "Sarri-Fenerbahce, trattativa avviata"