Gattuso: «La Juve non è in crisi»

INVIATO A REGGIO EMILIA – Rino Gattuso ritrova l’amico Andrea Pirlo, con il quale ha vinto molto, ma la finale di domani non lascerà grande spazio ai sentimentalismi. Il Napoli vuole vincere e il tecnico azzurro non intende fare sconti.

Gattuso, come stanno Petagna e Mertens?
Petagna ha fatto tutto quello che doveva e domani abbiamo un’ultima seduta. A Dries dobbiamo fare solo i complimenti: non è al 100%, si allena con il dolore e prende antinfiammatori. Se ci sarà bisogno, ci darà una mano.

Un vantaggio trovare la Juve senza tanti assenti?
Contro la Juve trovi sempre una squadra con grande mentalità che vince da anni in Italia e che ha giocatori che sono abituati a certe partite. Non devi far sentire loro l’onore del sangue, altrimenti… Bisogna rispettarli e non pensare di trovarli arrendevoli perché hanno perso contro l’Inter. Affronteremo una grande squadra.

Lei era una delle vittime preferite degli scherzi di Pirlo. Cosa ricorda di lui?
Siamo stati compagni fin dall’Under 15 e abbiamo vinto tutto insieme, al Milan e in Nazionale. L’ho aiutato anch’io soprattutto quando da numero 10 è diventato un regista basso di centrocampo. Qualche danno con le nostre mogli lo abbiamo fatto fuori dal campo… Spero di dargli un rammarico, un dispiacere, ma rimarrà sempre un grande amico. Sembravamo Bud Spencer e Terrence Hill: ha preso più schiaffi da me che da suo padre.

Ritroverete come arbitro Valeri. E’ preoccupato visto qualche precedente non positivo con il Napoli?
Non ho pensato al passato di Valeri. E’ un ottimo arbitro, un professionista e un arbitro internazionale. C’è grande rispetto da parte mia per lui e sono convinto che arbitrerà bene.

Ha pensato a come fregare Pirlo?
Le idee ci sono, ma non dobbiamo cadere nella trappola della Juventus in crisi. La Juve difficilmente sbaglia due partite di fila per questo serve una prova di grande attenzione da parte nostra. Dovremo rispettare gli avversari e, ripeto, non pensare che loro sono in crisi. I bianconeri ti possono sempre mettere in difficoltà anche se hanno delle difficoltà.

Cosa è cambiato rispetto alla finale di Coppa Italia di giugno?
Niente paragoni perché le due squadre sono cambiate molto. E’ una finale e può dare una botta di adrenalina portarla a casa. L’abbiamo preparata in pochi giorni e con un’aria strana a casa di questo maledetto Covid che ha fatto tanti morti in tutto il mondo. L’atmosfera nel calcio è cambiata: rimaniamo dei privilegiati, ma tutto è difficile perché gli infortuni ci sono sempre, il virus fa paura e in più si gioca ogni tre giorni. I valori non sempre vengono fuori in campo.

Chi è favorita? Voi dopo il 6-0 contro la Fiorentina?
Bisogna parlare poco. Il 6-0 contro la Fiorentina non conta e venivamo da prestazioni non brillantissime. Contro la Juventus gli stimoli vengono da soli e non dovremo farci sorprendere.

Lei e Pirlo siete simili come allenatori?
Con Andrea, prima che diventasse allenatore della Juve, parlavamo spesso. Ci piace partire dal basso, far palleggiare tutti i componenti della squadra. La nostra visione su per giù è uguale e ora: andiamo alla ricerca di qualcosa di nuovo che abbiamo visto fare agli allenatori spagnoli.

Quanto è sentita questa gara dopo il match non giocato di qualche mese fa e tutte le polemiche.
Juve-Napoli è una partita sentita da sempre. Da parte nostra c’è stata buonafede e siamo stati bloccati dall’Asl quando eravamo pronti per partire. Da parte nostra c’è rispetto per la Juve che ha scritto pagine importanti della storia ed è composta da persone per bene. Per noi è una partita importante e siamo pronti per affrontare questa finale.

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