Gattuso: “Diego a Napoli più importante di San Gennaro: non morirà mai”

L’allenatore azzurro dopo la vittoria contro il Rijeka: “Maradona giocatore unico, lavoreremo per onorarlo. Questa città sembra Rio de Janeiro, e i napoletani mi somigliano molto…”

Due gol e primo posto solitario nel girone di Europa League, nel segno di Maradona. Al San Paolo, contro il Rijeka, decidono l’autorete dell’ex Armando Anastasio e il gol di Lozano nella ripresa: “Contento per i miei, era importante”. Parola di mister Gattuso.

Il ricordo di Diego

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Queste le parole di Gattuso sulla morte di Diego: “Io e Maradona, quanti bei ricordi. Abbiamo cenato insieme diverse volte, è morto ma in realtà non morirà mai. Ha fatto tante cose straordinarie, magari ha sbagliato nella vita privata ma resterà sempre vivo. Già da ieri si vedeva che in città c’era un’aria diversa. Diego è una leggenda, è di un altro pianeta. Da giocatore gli avrei voluto dare qualche scarpata. Scherzi a parte, resterà sempre con noi. Sarà andato a fare compagnia a tanti personaggi, tra cui mia sorella. Ora dobbiamo lavorare e continuare così, in città se ne parlerà per molto ma è giusto. Se n’è parlato per tanti anni e noi abbiamo il dovere di guardare avanti. Lui ha fatto sognare un popolo, qui è più importante di San Gennaro e tanta gente porta il suo nome. Ora giocheremo ogni tre giorni, rispetteremo il ricordo. Speriamo di dedicargli qualcosa di importante e vincere un trofeo”.

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Poi un commento sulla vittoria contro i croati: “Abbiamo fatto molto meglio rispetto all’andata. Loro ci aspettavamo in dieci dietro la linea del pallone. Abbiamo sbagliato molto, ma sapevo che sarebbe stata tosta. Ma ripeto, meglio oggi di 3 settimane fa”. Continua Gattuso: “Io non litigo con i giocatori, dico quello che penso e lo faccio da sempre. Voglio vedere lo stesso spirito di quando si vince 3-0. Non bisogna fare i professorini, mi dà fastidio. Il confronto è stato questo, poi è chiaro che si può perdere ma l’atteggiamento conta. Poi, se qualcuno pensa che noi siamo il Barcellona va bene, ma voglio vedere la mentalità di aiutarsi. Questa squadra ha un potenziale enorme, ma dobbiamo sempre dare la sensazione di crederci”. Conclude, sul rapporto con la città: “Sembra Rio de Janeiro, c’è sempre odore di cibo, un’atmosfera assurda. Il popolo è trascinante, è come se fossi in Brasile. Qui la gente mi somiglia. Ho vissuto al Nord tanti anni e sono rimasto terrone dentro, sono a mio agio”.

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