Gasperini: “Siamo testardi: anche a Madrid non cambieremo volto”

Il tecnico della Dea: “Lo 0-1 dell’andata rende tutto più difficile. Non ci snatureremo, saranno importanti i primi minuti. Abbiamo tante motivazioni per provarci”

Dal nostro inviato Andrea Elefante

15 marzo – madrid

La rabbia è passata, la voglia no. Contro il Real “che resta una delle squadre più forti del mondo, anche se oggi Bayern e City possono sembrare di un livello un po’ superiore”. Contro il pronostico. Contro le insidie di una partita dove sbagliare anche una mossa potrà essere fatale.

Però l’Atalanta ci crede: con la forza dei nervi distesi – questa lascia trasparire Gian Pero Gasperini – e quella del suo calcio. Quello che non fu possibile giocare a Bergamo, in dieci dopo 17’, costretti quasi subito a camminare lungo una salita ripidissima. “E se devo dire la verità – ha detto Gasperini – non era rabbia, ma il dispiacere di non aver potuto giocare quella partita come ci aspettavamo. Di dover snaturare le nostre abitudini per adeguarci ad una partita solo difensiva. Ma ormai è andata, non ci pensiamo più e abbiamo motivazioni molto alte: per capire a che livello possiamo misurarci con una delle migliori squadre al mondo, che anche a Bergamo ha dimostrato un livello tecnico molto alto e di saper giocare con grande velocità e precisione. E se non andrà bene, quando potremo ci riproporremo con la stessa filosofia. Perché in questo siamo un po’ testardi”.

coraggio

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Non è un coraggio che nasce dall’incoscienza e la coscienza di poter mettere in difficoltà il Real anche a Madrid nasce da numeri inequivocabili: l’Atalanta ha vinto le ultime cinque trasferte di Champions, segnando 14 reti e tenendo la sua porta inviolata quattro volte (solo tre gol subiti). In questa edizione fuori casa non ha ancora preso gol e solo il Manchester City ha subito meno tiri nello specchio (media 1.7). Dunque vincere di può, “e del resto possiamo qualificarci solo con questo risultato”. Che Gasperini ha ottenuto, dopo i tre punti di venerdì con lo Spezia, per trecento volte in carriera: “La più bella? Sarà la vittoria numero 301. E se dovesse arrivare domani, sarebbe sicuramente la più bella di tutte”. Intanto si gode quei numeri: “Sono dati che testimoniano la crescita di questa squadra e le hanno permesso di essere ancora dentro, a giocarsi qui un quarto di finale, ancora con la speranza di qualificarsi.

benzema

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Anche se il Real dopo l’1-0 dell’andata è ovviamente favorito”. Tanto più dopo aver recuperato Benzema: “Basta vedere il gol che ha segnato all’Atletico, o quelli contro l’Elche: è uno degli attaccanti più forti del mondo, ma il Real non ha solo lui. Da quanto sapremo reggere il loro urto offensivo dipenderanno molte delle nostre chance”.

E lì si torna, ad una nuova solidità difensiva: “E’ un’Atalanta diversa da diversi mesi, sotto questo punto di vista: abbiamo un approccio diverso, siamo più difficili da superare. Contenere le qualità offensive del Real sarà porre le basi per fare poi qualcosa di più. La gara va vista sui 90’: se restiamo in partita abbiamo più chance, ma cercheremo di fare subito la nostra gara, sapendo quali sono le nostre idee e conoscendo le armi del Real. Vedo fondamentale partire bene, poi la gara andrà letta di minuto in minuto”. Anche l’atteggiamento tattico del Real, ma non sarà quello a cambiare l’Atalanta: “Sappiamo che hanno varie soluzioni, da usare dall’inizio o in corsa, compresa la difesa a tre: non cambierò la formazione in base alla loro, abbiamo affrontato tanti assetti e siamo preparati a giocare a modo nostro”.

formazione

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Detto che Djimsiti è “recuperato perfettamente” e che Zapata “disponibile al cento per cento”, Gasperini non dà altre certezze di formazione, che comunque dovrebbe vedere la difesa più collaudata, il centrocampo “obbligato” con Pessina vicino a De Roon e Pasalic alle spalle di Muriel e Zapata. L’unica presenza annunciata nell’undici titolare è quella di Matteo Pessina, che accanto a lui parla di un “sogno che si avvera grazie all’Atalanta, un club che ti fa crescere come pochi. Undici anni fa ero qui con mio padre, da interista, a vedere la finale di Champions contro il Bayern. Oggi qui ci sono per giocarla, per giocare quella che forse è la partita più importante della storia dell’Atalanta, sicuramente della stagione. E’ un grande onore e una grande emozione, ma poi quella passa: è una partita di calcio, che affronteremo provando a vincerla come facciamo sempre importante, ma sapendo che difenderci bene sarà altrettanto fondamentale: è da lì che nasce tutto, se ci difendiamo bene poi possiamo fare anche gol”. Intanto potrà sfidare ancora il suo modello Kroos, “il giocatore che potendo toglierei al Real: è il loro punto di riferimento e da lui passa tutto, l’equilibrio e il ritmo della squadra”.

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