Gallo e Ciro, l’attacco è ok Verratti e Berna: naufragio

Un bunker contro la Spagna, un colabrodo in Macedonia. Tra Torino e Skopje c’è solo una cosa che aiuta a riconoscere la nostra Nazionale: il cuore. Col carattere e l’orgoglio, infatti, gli azzurri sono riusciti a portare a casa 4 punti dalla doppia tornata di qualificazioni mondiali, dopo aver rischiato di totalizzarne zero. Non è poco. Legare lo spirito di reazione azzurro all’eredità di Conte sarebbe ingeneroso verso Ventura: il c.t., però, ha molto da lavorare sulla ricerca di equilibrio e identità di squadra. Per fortuna, i risultati positivi lo aiuteranno a riflettere con calma.


Candreva e Belotti protagonisti a Skopje. Getty Images

Candreva e Belotti protagonisti a Skopje. Getty Images

cosa va — Non è tutto da buttare, dopo il 3-2 maturato in terra macedone. Né si può dire che il risultato sia l’unico aspetto da salvare. Perché obiettivamente qualcosa ha funzionato, l’Italia ha creato molte occasioni da gol e ha messo a segno tre reti in trasferta. Quasi superfluo, dunque, elogiare Belotti e Immobile: al di là delle bizze comportamentali di Pellé, è improbabile che Graziano ed Eder possano essere ancora considerati i titolari nell’attacco azzurro, dopo questa serata. E Sansone, entrato col piglio giusto, si candida a prima riserva. Altro colpo d’evidenziatore per la prestazione di Candreva: la Nazionale da lui non può prescindere, il suo ritorno sulla destra ha portato due assist decisivi e un’infinità di cross interessanti. Nota di merito anche per Parolo, che con la Spagna era andato in difficoltà, ma a Skopje si è reso utile anche entrando a gara in corso. Avrebbe pure segnato il gol-partita, se non fosse stato ingiustamente invalidato.

cosa non va — Doveva essere un centrocampo ad alto tasso di qualità: Verratti è il predestinato a raccogliere l’eredità di Pirlo (anche se gli somiglia poco), Bonaventura l’uomo che in tanti avrebbero voluto all’Europeo, Bernardeschi il fiore che sembra sempre sul punto di sbocciare. Invece in Macedonia è stato un triplo flop, lì nel mezzo. E non solo per i tocchi sbagliati che hanno causato i due gol incassati da Buffon. Verratti resta il presente e il futuro di questa Nazionale, quando sta bene non può essere escluso: va, però, affiancato da compagni che lo proteggano e che abbiano propensione al sacrificio difensivo. Chissà che il c.t. non s’inventi qualcosa per farlo giocare insieme a De Rossi. Anche perché, se puntata in verticale e presa in velocità, vacilla qualsiasi difesa, compresa la nostra. Passi indietro per Romagnoli, serataccia pure per Bonucci. Non eravamo abituati a “ballare” così.

 Stefano Cantalupi 

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