Galliani, il ritorno a San Siro da ex: la lacrimuccia con Maldini, poi un risotto

La giornata particolare dell’a.d. del Monza: “Questa per me non è una partita di calcio, è la vita che mi sta passando davanti”

Segni particolari, nessuno. Non uno striscione, o un coro, niente. Il pubblico di San Siro guarda avanti, la curva ha pensato soltanto a cantare tutto il tempo, ma il legame fra Silvio Berlusconi, Adriano Galliani, Ariedo Braida e il Milan è indissolubile e quel che si doveva vedere si è visto all’interno dello stadio, in quelle stanze tanto a lungo frequentate dal trio che ha segnato un’epoca rossonera. Così quello che qualcuno ha chiamato il derby del cuore è finito con una cena al Meazza a base di risotto alla monzese, ospiti d’onore ovviamente gli ex dirigenti. Non c’era Berlusconi, che fino all’ultimo ha tentato di liberarsi con la sua compagna Marta Fascina degli impegni politici, ma ha dovuto rinunciare alla prima del suo Monza di Serie A a Milano. C’erano Galliani con i figli, la compagna e i nipoti e c’era Braida, perché il Milan si è rinnovato e si rinnoverà, ma certi sentimenti, per citare lo stesso ex amministratore delegato, non finiscono. “Sarà dura andare nello spogliatoio giusto”, aveva detto Galliani alla vigilia di una partita particolare soprattutto per lui, che da Monza è partito. La strada l’ha trovata, ma era commosso. Ha salutato Pioli nel corridoio, poi è entrato nello stanzone del Monza, ma dopo ha voluto salutare tutti i milanisti che uscivano dal loro. Un corridoio pieno di ricordi. “Non avrei mai pensato di venire in queste stanze da ospite”. Ha incrociato anche Maldini e Gazidis, poi si è seduto in tribuna. Lo spettacolo, sconfitta a parte, non era male. Il Monza, seguito da 2100 tifosi, ha recitato la sua parte: difficile immaginare un Galliani troppo amareggiato.

Come un film

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“Questa è una grande emozione, il risultato non conta. È incredibile aver portato il Monza dalla Serie C alla Serie A. Un’eventuale esultanza? Spero di riuscire a non muovere un muscolo”, aveva detto prima della partita. “La lacrimuccia l’ho già fatta prima, quando ero con Braida e Maldini. Paolo è la storia del Milan, è giusto che porti avanti da dirigente i colori rossoneri”. Il rosso e nero della tradizione e il rosso Monza si sono mischiati in una serata unica per Galliani. “Questa per me non è una partita di calcio, è la mia vita che mi sta passando davanti. Quando entravo a San Siro da dirigente del Milan, chiedevo sempre il risultato del Monza”. Stavolta non ha avuto bisogno di chiedere a chi aveva una radio o un monitor a portata di mano. Ha visto, si è emozionato, ha perso e non si è arrabbiato. Più strano di così è difficile.

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