Galeone esclusivo: “Allegri l’ideale per i progetti della Roma”

Lui sarebbe rientrato, oggi, tra gli estrosi: e dietro quella maschera, nel solco di un’intelligenza viva, declamando Prever, Giovanni Galeone avrebbe inseguito se stesso e un calcio pieno d’allegria. Questo giovanotto che compie ottant’anni, che ha vissuto tanto, resta un precursore graffiante, tra tridenti gioiosi e una leggerezza da assorbire per evitare di prendersi esageratamente sul serio. C’è parecchio di suo in giro Gasperini, ad esempio e quel genio della panchina che si chiama Allegri («un fuoriclasse, lo possiamo dire?») rientra di diritto nello stato di famiglia d’un uomo che verso i propri figli adottivi non si commuove ma alza il calice. «Ma il merito è loro, io gli ho fatto solo compagnia». Cin cin al «Gale»

Come festeggia, Galeone?

«Mi verrebbe da prendermela con qualcuno ma non so con chi: mi manca il mare, per la prima volta dopo 35 anni non vado a Pescara, non posso passeggiare, nè gustarmi il sole standomene in spiaggia. Però sono felice: mi ha chiamato ieri Gaja, uno dei più rispettabili produttori di vini di questo nostra immenso Paese, lui domani ne fa 81 e mi ha emozionato. Mi fa: m’è sempre piaciuto il suo modo di essere. Brindiamo a distanza ma assieme. E m’ha mandato due bottiglie delle sue».

Uno dei suoi figli è Gasperini e l’Atalanta è deliziosa, da anni.
«Piero esprime concetti offensivi pur essendo formidabile nell’uno contro uno. Ha una squadra che è ricca tecnicamente e lui ci ha messo il resto: corrono in avanti, su ritmi impressionanti. Nessuna in Italia gioca così, però non credo vinca lo scudetto: la Champions, con il Real, gli sottrarrà qualcosa».

Si scrive Galeone e si pensa ad Allegri.
«In questo periodo senza certezze, Max non avrebbe problemi. Io capisco gli allenatori: non riesci ad allenarti e comunque, dopo aver preparato una partita, al sabato ti arriva il medico e ti dice che ci sono due positivi al Covid. Allegri se ne sbatterebbe degli assenti, lui inventa, trova soluzioni e vince».

E puntualmente viene avvicinato a qualche panchina: alla Roma, per esempio.

«Secondo me già bella squadra. Che con qualche aggiustamento potrebbe diventare completa. Io a Max l’ho sentito l’altro giorno, gli ho detto non voglio sapere se e dove vai, ma ora basta riposare. Lui va bene per qualsiasi situazione, ma se dovessi consigliarlo gli direi di aspettare: riprenderà la prossima estate e molte cose potrebbero cambiare».

L’intervista completa sul Corriere dello Sport-Stadio in edicola

Roma, i Friedkin vogliono Allegri

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