Foschi: “Juric ora, Italiano domani! Verona forte grazie a Ivan”

Cinque giorni e sarà Spezia-Verona.

Diversi sono stati i temi trattati da Rino Foschi, intervistato ai microfoni de ‘L’Arena’ in vista della sfida in programma domenica pomeriggio allo Stadio “Picco”: dalle prestazioni offerte fin qui dagli uomini di Ivan Juric, ad un eventuale approdo di Vincenzo Italiano sulla panchina gialloblù. L’ex dirigente di Verona e Palermo, d’altra parte, non ha dubbi sulle qualità del tecnico dello Spezia, prossimo avversario dei veneti.

Verona

“Gasperini e Juric, li ho avuti al Genoa. Sono come fratelli, magari padre e figlio, non so. Eccezionali ma difficili da domare e… Il Verona senza Juric avrebbe almeno 7 o 8 punti in meno. Lui è lavoratore, furbo e bravo. Conosce il calcio e sta facendo bene. La salvezza? I gialloblù ce l’hanno già in tasca. D’Amico e Setti sono stati bravi quando l’hanno preso. Ora però arriva il mercato e si vedrà. A Juric gli hanno venduto quasi tutti, però è arrivata anche gente capace. La filosofia del club è questa. Però sta facendo molto bene. Ivan come concetti, come grinta e come lavora è forte. In più ha valorizzato giocatori per svariati milioni. Vedremo a gennaio”, sono state le sue parole.

Serie A

ITALIANO – “Ve lo dico ora, se dovesse andar via Juric per naturali ambizioni e dopo che qualche cessione di troppo, almeno così si legge sui giornali, l’allenatore giusto è Vincenzo Italiano. Il Verona farebbe un colpo della Madonna… Lo firmo subito. Questo è bravo come Ivan, anche se fanno un calcio diverso. Era già allenatore in campo quando era con me a Padova. Sa parlare ai calciatori ed è bravo a portarli dalla sua parte. È molto preparato. Ha imparato da Prandelli, da Malesani e da Gasperini. Ha preso da tutti. Deve maturare è chiaro ma ha un buon futuro da allenatore”.

DAL CALCIO GIOCATO ALLA PANCHINA – “Italiano è stato un grande centrocampista. Andò in Primavera con Corti e poi Cesare Prandelli lo lanciò anche se aveva giocato credo anche con Cagni e Maddè, no? Ma dai comunque fu Prandelli a consacrarlo al grande calcio. Beppe Corti è sempre stato i miei occhi in fatto di calciatori. Lo vedemmo al Trapani. Pastorello era indeciso ma gli dissi che Ricky Sogliano del Parma era pronto a prenderlo. Fu la chiave di volta. All’epoca Pastorello soffriva Moggi, Sogliano e qualche altro che non ricordo… Italiano ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto? Esatto. Va bene gli infortuni ma doveva fare di più. Un buon siciliano però tanto permaloso. I musi che non mi faceva… (ride, ndr). Da tecnico fa un 4-3-3 ma al di là dei numeri sta imparando bene”, ha concluso Foschi.

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