FOCUS VOLTI NUOVI. Roma, il ‘sogno’ Dybala è realtà: con Abraham e Pellegrini può formare un gran tridente d’attacco

Il 23enne bergamasco trapiantato alla Oregon University centra la terza miglior misura nelle qualificazioni. La vicentina è sfortunata: contatto in corsa, ma alla fine viene ripescata in semifinale

Dal nostro inviato Andrea Buongiovanni @abuongi

22 luglio – EUGENE (Usa)

Due su tre

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Ihemeje, sabato (alle 3 italiane), si presenterà in finale con la terza miglior misura del lotto: può sognare. Il 23enne bergamasco nato a Carrara da genitori nigeriani e trapiantato negli Stati Uniti (studia proprio alla Oregon University e si allena ad Hayward Field), è il primo di 28 atleti a saltare. Saranno promossi i migliori 12 o chi arriverà alla qualificazione diretta posta a 17.05. L’azzurro spara subito un bel 17.03 (+0.4) che è una quasi-garanzia. Rinuncia infatti al secondo tentativo (al termine del quale è quinto), ma sceglie di non rischiare e si ripresenta in pedana. Boom: 17.13 (+1.1), a un centimetro dal personale all’aperto (al coperto vanta 17.26). Meglio del neoportacolori dell’Aeronautica, al termine, solo il campione olimpico, il portoghese di Cuba, Pedro Pablo Pichardo, con 17.16 e il burundese Hughes Zango, con 17.15. “Sono convinto, sono qui per fare bene – dice Emmanuel – e con il vantaggio di gareggiare in casa. Sento molta positività e sono ambizioso. Devo solo rimanere concentrato”. Saranno due gli italiani in gara: insieme a lui, Andrea Dallavalle. La qualificazione del 22enne piacentino è un po’ più sofferta, ma abbastanza sicura: un 16.86 (+0.7), un 16.75 (0.0) e, a promozione acquisita, una rinuncia. Il finanziere entra in finale con la settima misura. Niente da fare, invece, per Tobia Bocchi: 16.58 (+0.2), nullo e 16.20 (+0.4). Vale la quindicesima piazza. Tra i big eliminato anche il leggendario statunitense Christian Taylor (16.48), sulla strada di un difficile ritorno dopo un gravissimo infortunio.

Bellò riammessa

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Elena Bellò avanza alle semifinali degli 800. La vicentina corre con acume, francobollando la più forte della propria batteria, la britannica Keely Hodgkinson. Sempre nelle prime posizioni del gruppo transita in 28”05 ai 200, 58”10 ai 400 e 1’29”65 ai 600. Ma a 120 metri dall’arrivo, ben piazzata per la volata finale, succede un patatrack. La slovena Horvath, da dietro, tocca (involontariamente?) l’australiana Bisset che perde l’equilibrio e cade. La Bisset stessa, nell’azione convulsa, frana da dietro a catena sull’azzurra. Elena resta in piedi per miracolo, ma perde tempo e spazio, interrompendo l’azione. È brava a finire, sesta in 2’02”78. La federazione presenta subito ricorso, in fretta accolto. La Fiamma Azzurra sabato, dalle 3.35 italiane, sarà tra le 25 semifinaliste. La più veloce, intanto, è l’etiope Diribe Welteji (1’58”83), ma a impressionare di più, come sempre, è la statunitense Athing Mu, miss eleganza (un controllatissimo 2’01”30).

Ciao Catalin

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Tecuceanu non ripete la bella prova della batteria (terminata col personale) e, nel concitato finale della sua semifinale (peraltro non velocissima), non riesce ad emergere. Finisce quarto in 1’46”31, sedicesimo tempo complessivo. La sua avventura in Oregon termina qui. In finale entrano tre keniani e due algerini. E un solo europeo, il francese Tual.

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