Florenzi: “Grazie a Mancini ora all’estero ci vedono in modo diverso”

L’esterno del Psg: “Con il gioco della Nazionale, anche un debuttante come Locatelli sembrava un veterano”

Dal nostro inviato Luigi Garlando

5 ottobre – Firenze

L’avvicinamento a Coverciano di Alessandro Florenzi non è stato dei più banali: “Sono partito ieri sera da Parigi. Dopo il decollo, abbiamo avuto problemi al portellone ed abbiamo fatto un atterraggio d’emergenza. Sono ripartito stamattina. Arrivato a Coverciano ho fatto un tampone e un altro lo farò staserà in previsione della partita”.

Il programma

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La Nazionale al tempo del Covid 19. Mercoledì, a Firenze, amichevole con la Moldova (ore 20.45). Domenica 11 ottobre a Danzica e mercoledì 14 a Bergamo due partite valide per la Nations League: Polonia-Italia e Italia-Olanda.

Come va, Florenzi, tra un tampone e l’altro?

“Quando sono in ritiro a Parigi e a Coverciano non sento la paura. Ci siamo protetti. Fuori dalle bolle sportive, seguo le norme e le attenzioni di tutti: evitare luoghi affollati, mettere sempre la mascherina… Non vedo grandi differenze tra la quotidianità in Francia e in Italia”.

In Italia è saltato Juve-Napoli.

“E’ una vicenda delicata, ancora in evoluzione. Preferisco non commentare e lasciare parlare chi ha più competenze ed esperienza in materia”.

Al Paris Saint Germain si è inserito subito bene.

“Sì, mi hanno fatto sentito a mio agio, giocatori, staff, dirigenza. Tutti. Poi io di carattere sono portato a stare bene con tutti. Se c’è da divertirsi, non mi tiro indietro. Mi hanno battezzato facendomi cantare. Avrei cantato tutto il giorno… Io sono un ragazzo che ama apprendere, che ruba con l’occhio, che impara dalle nuove esperienze. Sono contento di conoscere un’altra lingua, dopo lo spagnolo parlato a Valencia. In campo sono riuscito a esprimere subito il mio calcio, anche perché gioco con dei campioni, alcuni dei più forti giocatori del mondo”.

Sensazione sul campionato francese. Livello tecnico medio come il nostro?

“No. Inferiore. Ma il Psg è un mondo a parte. Livello altissimo”.

Mancini ha sollevato il livello tecnico della Nazionale?

“L’impronta di Mancini si è vista da subito. Un segnale importante: chiunque entra, si esprime al meglio, come Locatelli che in Olanda non sembrava un debuttante, ma uno che gioca in azzurro da sempre. Merito del gioco che ci ha dato Mancini. Oggi all’estero ci vedono in modo diverso”.

La Nazionale è trascinante? Oggi molte squadre italiane cercano un gioco più coraggioso e offensivo.

“Trascinante non solo per i club. La Nazionale è trascinante anche per la gente. Un tempo la gente mi fermava per parlarmi solo della Roma, ora mi chiede anche dell’Italia perché si diverte a vedere le nostre partite”.

In tempo di pandemia poi, giocare per la Nazionale ha un valore speciale.

“Assolutamente. A cantare l’inno mi commuovo. In uno stadio pieno non senti la tua voce. Ora invece si sente solo il nostro coro, è come se la Nazionale cantasse a nome di tutta l’Italia. Io spero che la situazione non peggiori e che si possa disputare regolarmente tutta la stagione, Europo compreso. Perché giocare in Nazionale è la cosa più bella che c’è”.

Giocare a Bergamo sarà un’emozione in più?

“Mancini ce lo aveva detto che avrebbe voluto giocare a Bergamo, appena possibile, per la gente che ha sofferto, per chi ha aiutato i malati oltre i propri limiti. Naturalmente il pensiero andrà anche al resto d’Italia. Bergamo sarà il simbolo del nostro Paese che ha sofferto, ma che è stato capace di rialzarsi. Anche se lotta ancora”.

Castrovilli e juventini

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Oggi pomeriggio allenamento a Coverciano per gli azzurri di Mancini. Gaestano Castrovilli, infortunato, ha lasciato il Centro Tecnico. Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci dovrebbero aggregarsi al gruppo nei prossimi giorni, quando riceveranno l’autorizzazione dalle autorità sanitarie. Questo pomeriggio, il neo juventino Federico Chiesa, sosterrà le visite mediche in una clinica di Firenze.

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