Florentino Perez spiega la Superlega: “Se non guadagniamo noi, muore il calcio”

Il presidente del Real: “L’attuale Champions non è attrattiva, la gente non vuole partite contro squadre modeste. Non cerchiamo strappi ma dialogo: poi magari non si farà, ma nel caso moriremo tutti”

Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci

20 aprile – Madrid

Cento minuti. Tanto è durata l’apparizione del presidente del Real Madrid e della Superlega Florentino Perez nello studio del ‘Chiringuito de Jugones’, trasmissione notturna del canale spagnolo Mega. Da mezzanotte all’1.40.

gli highlights

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Perez ha detto che vuole salvare il calcio, che altrimenti morirà. Ha promesso una redistribuzione equa e democratica degli introiti per tutto il calcio. Ha attaccato frontalmente la Uefa e la Liga e in particolare i due presidenti Ceferin e Tebas, ha ripetuto che tratterà e che non romperà, che proverà a far partire il suo progetto in agosto e se non sarà possibile tra un anno, o al limite mai, accettando l’idea di una possibile sconfitta. Ha difeso Agnelli e dato una stoccata a Cairo. Ha parlato anche di mercato: Cristiano Ronaldo non tornerà al Real Madrid, farà di tutto per far felice i madridisti, leggi proverà a prendere Mbappé, Sergio Ramos resterà se accetterà l’offerta al ribasso del club.

la situazione

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“Siamo in un momento di enorme difficoltà. Il calcio per colpa della pandemia ha perso 5 miliardi di euro. Noi 100 milioni in tre mesi un anno fa e 300 in questa stagione. Bisogna far qualcosa, bisogna cambiare. I giovani stanno perdendo interesse nella competizione e bisogna far si che si riaggancino al prodotto. Per farlo bisogna cambiare, così come si fece negli anni 50 quando Santiago Bernabeu ideò la Coppa d’Europa e ha cambiato la storia del calcio, ora succederà lo stesso. Sono tre anni che lavoriamo a questo progetto, la pandemia ci ha costretti ad accelerare i tempi”.

il cambio

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“L’unico modo per sopravvivere è generare nuovi introiti, che al momento possono arrivare solo dal mercato televisivo. L’attuale Champions League non è attrattiva, lo diventa solo in marzo, la gente non vuole vedere partite contro squadre modeste. Ci sono 4 miliardi di potenziali tifosi che vogliono veder giocare i grandi club. Se questi grandi club vanno bene e incassano possono poi condividere quanto incassato con i club modesti, perché noi ragioniamo in termini di valori e di solidarietà. Hanno detto che è un progetto da ricchi per ricchi che renderà i poveri più poveri e non è vero. Ho sentito il Primo Ministro inglese Boris Johnson dire che vuole proteggere la Premier League ed evidentemente è stato informato male da persone che ora hanno dei privilegi che non vogliono perdere. Noi non vogliamo farla finita con la Premier, che è un’istituzione del calcio, né con gli altri campionati. Però se noi non guadagniamo moriremo, e con noi il calcio, che è in rovina”.

i club e la formula

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“Siamo amici, ci conosciamo da tempo e abbiamo pensato la cosa più semplice, giocare tra grandi club. Per capirsi, il modello è quello del basket, con la sua Eurolega. Noi col Madrid nella pallacanestro partecipiamo alla Liga e alla Eurolega. Bisogna puntare sulla competitività del prodotto: una cosa che piace costa di più e genera maggiori introiti. Io non sono mosso da interessi personali, sono il presidente di un club in mano ai soci. Mi muovo per l’interesse del calcio, che voglio salvare. Hanno detto che la nostra è una Liga chiusa e non è così, ci sono 5 posti liberi per chi li merita. Ancora non abbiamo stabilito i criteri di qualificazione, ma lo faremo. Il nostro non è un progetto chiuso. È una piramide: noi generiamo entrate e le redistribuiamo più in basso. E poi se noi abbiamo più soldi possiamo comprare i giocatori degli altri, così i club che vendono incasseranno”.

la champions attuale

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“Quanto guadagnano i club con la Champions attuale? La Uefa incassa 130 milioni, noi ne incasseremo 400, più soldi per tuti. Generemo introiti per salvare il calcio. Oggi hanno presentato la nuova Champions. Per prima cosa nessuno ci capisce nulla, non si capisce come sarà e come funziona. E poi non genera denaro a sufficienza e parlano del 2024: se continuiamo col modello attuale saremo tutti morti nel 2024, la situazione è molto drammatica”.

i tempi e la mano tesa

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“Vogliamo partire il prima possibile, ma non ci sarà nessuno strappo. Noi cerchiamo il dialogo e a quello lavoreremo. Se si può, si parte, altrimenti aspettiamo un anno. E magari non troveremo un accordo e non si farà. Ma io spero di si, perché altrimenti moriremo tutti”.

la uefa e la trasparenza

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“Chi gestisce in regime di monopolio come la Uefa dev’essere trasparente, e la Uefa non lo è. Com’è possibile che io sappia quanto guadagna Lebron James e non quanto guadagna il presidente della Uefa? Nel Real Madrid i dirigenti si sono tagliati lo stipendio, e anche nella mia impresa. Non penso che l’abbiano fatto alla Uefa. La Uefa storicamente non ha una buona immagine, e non voglio citare qui cose successe in passato. Non possono minacciarci solo per aver pubblicato un documento che dice che vogliamo parlare con loro. Le minacce di Jesper Moller di escluderci dalla Champions attuale? Uno che confonde il monopolio con la proprietà. Bisogna dialogare, parlare per salvare il calcio, come fece Bernabeu negli anni 50”.

nessun timore

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“Non ci cacceranno dall’attuale Champions e nemmeno dall’attuale Liga. Sono completamente sicuro di questo. Non ci sono le basi legali per farlo”.

la liga e la trasparenza

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“Ho letto il tweet di Tebas, ripete questa cosa che la nostra idea è stata partorita al bancone di un bar alle 5 di mattina, ma io non frequento bar notturni e sono astemio. Non si può parlare in questo modo: il calcio è una cosa molto seria che interessa a 4 miliardi di persone nel mondo. Non possiamo continuare a perdere tanti soldi: noi non vogliamo entrare in conflitto ma solo mettere ordine. Di fronte però abbiamo gente che crede che le istituzioni siano sue, e non è così. Ci vuole trasparenza”.

gli altri

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“Pensavamo che il Psg potesse venire, però al momento non è così. Come i club tedeschi: hanno detto loro che vogliamo farla finita con i campionati locali e non è così. La meritocrazia non può esserci per 50 squadre, però ci sono club come Roma, Napoli e molti altri che hanno diritto di partecipare e studieremo la formula perché possano qualificarsi. Ma chi genera denaro sono i 15 membri fondatori, quelli sono quelli che creano il miglior spettacolo del mondo. Non posso dire chi arriverà, stiamo trattando, però ora ci prendiamo una pausa per spiegare le nostre intenzioni, poi si vedrà chi potrà unirsi”.

ceferin e agnelli

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“Non si può insultare un nostro collega. Il presidente della Uefa ha usato termini pessimi per rivolgersi al presidente di un club storico come la Juve. È un impresentabile. Un presidente Uefa non può comportarsi così, queste sono cose che devono cambiare. La Uefa dev’essere diversa, non vogliamo un presidente che insulta un presidente di un grande club, non si possono dire certe cose. Il presidente ha parlato in maniera viscerale e ora bisognerà chiarire”.

niente monotonia

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“Le partite tra i grandi club sono sempre attrattive, sono quelle che generano soldi, non credo che i 4 miliardi di tifosi vogliano vedere incontri tra rivali sconosciuti”.

tifosi preoccupati

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“Se me lo chiede cedo il posto di presidente a Laporta anche domani. O ad Agnelli, a chiunque. E poi sceglieremo gli arbitri migliori secondo criteri di professionalità. Questa è la parola chiave, un concetto al quale non siamo più abituati nel calcio”.

le nazionali

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“Bisogna cambiare tante cose, tante. Si giocano troppe partite, le nazionali partecipano a competizioni che la gente non sa nemmeno come si chiamano. Usare i giocatori dei club così non ha molto senso. Il calcio così non ha molto senso e va cambiato. Non ci saranno abbandoni in Superlega, perché abbiamo firmato un accordo vincolante e chi è dentro non può uscire. Tratterremo tutti”.

i diritti tv

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“Va ripensata la distribuzione. Ci sono club piccoli che ora economicamente stanno bene perché dipendono quasi esclusivamente dalla divisione della torta televisiva. Non può essere che club piccoli stiano bene e il Barça perda denaro. Lo stesso vale per la Premier: con l’attuale redistribuzione le 6 grandi soffrono e club modesti no. L’attuale divisione dei diritti tv va rivista”.

partite più corte

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“I giovani trovano le attuali partite troppo lunghe. Va ripensato il sistema, e magari vanno accorciate. Il mondo sta cambiando continuamente e non possiamo voltare le spalle ai giovani, trascurare i loro interessi. Dobbiamo staccarli dai tablet. Le nuove generazioni non ci capiscono e dobbiamo far si che lo facciano”.

torneo parallelo

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“Si, ci vorrà un torneo parallelo, come già esiste nel basket a livello europeo. E da li saliranno in Superlega, dove non possono giocare tutti. I tempi cambiano: gli scandinavi vogliono fare un campionato congiunto, così come quelli del Benelux o i Paesi dei Balcani.

marca e cairo

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Mostrano a Florentino Perez la prima pagina di Marca che dice: “Clamore contro la Superlega”. Il commento: “Dico solo una cosa, sapete chi è il padrone di questo giornale? È il presidente del Torino, che è un rivale della Juventus. Mi fa piacere darvi queste informazioni”.

mercato

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“Mi fermano per strada, nonostante abbia la mascherina, e mi dicono: ‘Presidente, prendi Mbappé!’. Cosa rispondo? ‘Tranquillo’. Il Madrid ha bisogno di un cambio. Abbiamo vinto tanto e finché si vinceva non si poteva cambiare, però ora sono successe tante cose e c’è bisogno di una sferzata, di recuperare la voglia perduta. Lavoro per questo. Non dico altro al tifoso. Cristiano Ronaldo? Non torna, perché ha un contratto con la Juve. Gli voglio molto bene ma non ha senso che torni. Anche a Sergio Ramos voglio molto bene ma al Madrid stiamo vivendo una situazione molto negativa economicamente e dobbiamo essere realisti: le cose vanno male per tutti. Non ho detto che non resta, assolutamente. Chiudiamo la stagione poi vediamo. Vinicius non si vende, e non si tocca. Non accettiamo nessuno scambio per lui”.

il nuovo bernabeu

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“Sarà pronto per l’autunno del 2022 o alla fine dello stesso anno. Noi li giochiamo 25-27 partite all’anno, col tetto lo useremo tutti i giorni e ci permetterà d’incassare molto di più. Se ci saranno le condizioni per far tornare i tifosi lo faremo prima, anche coi lavori in corso. Era la nostra idea, poi la pandemia ha cambiato tutto. Sinceramente però non penso che in settembre potremo avere tifosi allo stadio”.

Zidane

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“È il miglior allenatore che abbiamo avuto, una leggenda. Non dice nulla, penso sia contento ma con lui non si sa mai. Il contratto ce l’ha, poi decide lui”.

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