Se lo immaginava diverso il debutto in Europa, sicuro, ma si attacca alla reazione dei suoi – buttando via i tanti errori – per andare a vincere in Ungheria e qualificarsi.
Due gol subìti in tre minuti, sul secondo a voler essere pignoli non impeccabile, ma una parata stile-de Gea-tempi d’oro nella ripresa, poi si arrende di nuovo finale. Sensazione di (inevitabile) mancanza d’intesa con i compagni.
Stranamente impreciso negli appoggi (per uno con i piedi da centrocampista di qualità) così si carica di falli, di scelte affrettate e di un’ammonizione, ma capitano per una notte trascina i suoi alla rimonta con il gol del 2-2.
Ci capisce poco nella mezz’ora d’avvio, posizionandosi male e facendosi saltare via via quasi sistematicamente.
Limita al minimo le escursioni verso l’area avversaria, perché dietro per un tempo si balla parecchio e Soisalo è cliente scomodo.
Se per la Fiorentina l’inizio è choc, per lui è un incubo. Commette il fallo da rigore (e il pallone non era da dare a Bianco in posizione a “rischio”) e sbaglia il passaggio da cui nasce il raddoppio ungherese.
Un paio di volate, niente di che, ma tanto basta per farsi notare.
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