Fiorentina, comunicare e crescere

Giovedì inizia l’avventura della Fiorentina in Europa. Il Riga è l’avversario meno impegnativo del girone, nella classifica della Uefa è al 285° posto, ma per il debutto in Conference League a Italiano mancherà la coppia titolare di difensori centrali, Milenkovic infortunato e Igor squalificato. La coppia di riserva è formata da Martinez Quarta e da un terzino sinistro di ruolo, Luca Ranieri, inserito nella lista per la Uefa anche in qualità di prodotto dal vivaio. Se invece del Rfs Riga all’esordio fosse capitato l’Istanbul Basaksehir sarebbe stato un problema. Nel mercato viola, per altri versi ben fatto, c’è qualche toppa.

Comunicare

Ma l’argomento che ci interessa riguarda Milenkovic, o meglio, la dichiarazione di Italiano dopo l’infortunio di Milenkovic: «Non l’ho fatto giocare a Udine perché non stava bene. E poi sarebbe stata una follia il turn-over?». Italiano si è lamentato a più riprese e in svariate sedi delle critiche ricevute per quello che lui chiama “turnover” a Empoli e a Udine, un punto in due partite, zero gol segnati e uno subìto, le peggiori prestazioni dei viola da un punto di vista tecnico di questo inizio stagione, la prima giocata per 20’ con un uomo in più e 12’ con due uomini in più. Forse è il caso di essere chiari sui termini: di turnover, rotazione in italiano (i minuscola), si può parlare se si arriva a 5-6 cambi, come ha fatto Spalletti contro il Lecce, ma se uno si spinge fino a 9 cambi, come ha fatto Italiano a Empoli e Udine, lo stesso termine è improprio. Si deve parlare di rivoluzione totale dove saltano tutti i riferimenti, perdipiù se in campo vanno giocatori che non sono mai stati insieme e che, sul piano tecnico, sono inferiori a chi sta fuori. C’è un altro aspetto interessante in questo capitolo viola: la comunicazione. Italiano si lamenta per le critiche sulla sua doppia e improduttiva rivoluzione, critiche che non hanno tenuto conto di giocatori rimasti fuori per acciacchi, come Sottil, Milenkovic appunto e anche Amrabat. Lo hanno detto un po’ lui, un po’ altri, venerdì scorso, alla vigilia della gara con la Juve, non alla vigilia di Udine. Sarebbe interessante chiedergli la ragione di questo ritardo, così da evitare retropensieri di qualunque tipo. Perché la gente non deve sapere che due/tre giocatori, peraltro fondamentali, non stanno bene e non possono giocare? Magari una spiegazione c’è: alla vigilia della partita di Udine, Italiano ha evitato la conferenza stampa e ha parlato su quei “canali societari” tanto amati dalle società e non solo da quella di Firenze. Qui di domande inopportune non se ne fanno.

Crescere

I complimenti (come quelli che squadra e allenatore hanno giustamente ricevuto nella stagione scorsa) piacciono, ma non aiutano a crescere come le critiche. Questo è un concetto che va assorbito da tutti i professionisti. L’allenatore e la squadra stanno vivendo per la prima volta una doppia avventura, campionato e Coppa. Hanno bisogno di crescere, come si è visto bene nella gestione dei primi doppi impegni. Ma se sono al debutto non è colpa loro. Vanno sostenuti dal club che, a sua volta, rientra fra nella categoria degli esordienti sul doppio torneo. Ci vuole pazienza, ci saranno altri errori e soprattutto non dovremo aspettarci la continuità di rendimento della scorsa stagione. La Fiorentina ha dominato il primo tempo con la Cremonese, un’ora col Twente, ottanta minuti con la Juventus, in mezzo ci sono state le difficoltà di Empoli e Udine dovute anche alle ragioni suddette. Non è un problema solo viola, quasi tutte hanno già avuto questi picchi in alto e in basso, Inter, Milan, Napoli, Roma, Lazio, un su e giù determinato da una stagione assurda. La Fiorentina di più perché è l’unica ad aver iniziato il cammino in Europa. Deve crescere e per questo va aspettata.

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