FIRENZE – Metti che anche solo per l’influsso da presenza Lucas Beltran riuscisse a far propria una parte dell’istinto calcistico, della cattiveria agonistica, della forza, del connubio talento-esplosività al tiro, del gesto atletico bello e dominante, di tutto questo insieme e altro di Gabriel Omar Batistuta e ci si ferma lì, senza nemmeno azzardare un simil paragone perché c’è l’arresto: basterebbe all’attaccante ex River Plate per sbloccarsi definitivamente e iniziare davvero il nuovo capitolo in maglia viola della sua giovane carriera.
Beltran ha un esempio da seguire
Beltran ce la sta mettendo tutta, con un impegno e un senso d’appartenenza riconosciuti fin dal primo giorno al Viola Park, e la simpatia con cui l’hanno accolto prima e accompagnato poi i tifosi viola ne è la dimostrazione concreta. Però, i risultati al momento sono fermi ai due gol segnati contro il Cukaricki a Firenze, belli a dire la verità, anzi molto bello il secondo e sul quale infatti sono riposte le speranze della Fiorentina, di Italiano e della gente di veder sbocciare un nuovo numero 9 argentino in riva all’Arno. Che non avrà nulla in comune con il “Re Leone”, anche se non gli può che essere augurato di ripercorrere in qualche maniera l’epopea del fantastico bomber che ha fatto impazzire Firenze negli anni Novanta, ma per provarci ci proverà di sicuro. E intanto ci è andato a cena martedì: hai visto mai il flusso.
Batigol, una cena argentina
Lui, Beltran, e Gino Infantino insieme a “Bati”, rimasto qualche giorno a Firenze, dopo aver giocato (e segnato con un gol dei suoi da trenta metri) sabato scorso al “Castellani” di Empoli una partita organizzata per raccogliere fondi a favore delle popolazioni alluvionate della Provincia di Firenze e della Toscana. Una chiamata del cuore a cui ha risposto subito presente e poi ne ha approfittato per trascorrere qualche giorno in città, rivedere amici cari e posti familiari, e gustarsi una “Fiorentina” diversa con Beltran e Infantino, i due argentini rimasti al Viola Park mentre Nico Gonzalez e Martinez Quarta in quelle ore erano a Rio de Janeiro per la burrascosa sfida del “Maracanà” al Brasile. Martedì sera è stata la serata giusta, definita «più che un piacere» da Beltran a corredo della foto su Instagram: cena in un noto ristorante del centro dove Batistuta è stato anche ieri a pranzo, bell’atmosfera, bei sorrisi e buon cibo toscano, ma soprattutto calore e consigli non richiesti (per pudore) per i due giovani calciatori viola (Beltran è del 2001, Infantino del 2003), che adesso proveranno subito a metterli in pratica: l’ex River appunto per iniziare un altro rapporto con il gol e quindi un’altra storia (anche Batistuta all’inizio della sua esperienza a Firenze fece fatica e gliel’avrà detto, ma fermiamoci qui), l’ex Rosario Central per dare seguito a premesse e buone impressioni sul suo conto dopo essere finito un po’ nel dimenticatoio, da cui Italiano sicuramente lo tirerà fuori.
Beltran-Infantino, obiettivo San Siro
C’è San Siro ad aspettarli, c’è il Milan, c’è il “Meazza” teatro di tante recite applaudite del fuoriclasse di Reconquista (nel 1996 ha firmato la Supercoppa Italiana con una doppietta contro i rossoneri, tanto per dirne una delle tante partite vinte da solo), occasione speciale: Beltran è reduce dall’infortunio subìto contro la Juventus, ma ora sta bene e cerca uno spazio con o in alternativa a Nzola là davanti per lasciare il segno come mai è riuscito finora, ma anche Infantino si farà trovare pronto se Italiano decidesse di gettarlo nella mischia. Li manda Batigol.
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