Fiorentina all’attacco: stretta finale per Milenkovic

FIRENZE – Le prove di futuro tra la Fiorentina e Milenkovic proseguono senza interruzione. Stavolta però, dopo la serie di messaggi lanciati da Vincenzo Italiano nel corso del ritiro di Moena («Mi auguro che a fine agosto Nikola sia ancora un nostro calciatore» aveva detto a conclusione dei lavori in Trentino), la società ha deciso di passare direttamente dalle parole ai fatti. Incontrando cioè per ben due volte, tra martedì e ieri, l’entourage del difensore – nella figura di Fali Ramadani – e il serbo stesso, in un hotel del centro di Firenze. Un doppio blitz in zona Ognissanti lontano da occhi indiscreti (documentato però con tanto di foto da Fiorentinanews.com) in cui sono state scoperte in modo definitivo le carte delle parti in causa, nel tentativo di evitare che il futuro del classe ’97 possa trasformarsi nell’ennesimo tormentone estivo dell’era Commisso, dopo quello (doppio) con Chiesa tra il 2019 e il 2020 e con Vlahovic nella passata stagione.

Voglia matta

Nel corso dell’ultimo faccia a faccia, avvenuto poche ore prima della partenza di Milenkovic per il ritiro in Austria, i dirigenti Barone e Pradè hanno quindi ribadito al giocatore e al suo agente la volontà di trattenere il serbo, con l’obiettivo di renderlo ancora di più un simbolo della squadra (a maggior ragione con il palcoscenico europeo alle porte) al termine di cinque anni già in archivio in maglia viola in cui il difensore è stato protagonista di una crescita costante, sia sotto l’aspetto tecnico sia di leadership nello spogliatoio. Il tutto a fronte di un rinnovo delle durata di tre anni e di un ennesimo ritocco del salario dopo quello dell’agosto 2021 che già aveva fatto dell’ex Partizan il giocatore più pagato della rosa, con quasi tre milioni di ingaggio: il nuovo accordo, che partirebbe dalla stagione in corso, arriverebbe fino al 2025 e gli consentirebbe di aumentare lo stipendio fino a 3,5 milioni.

Antico patto

Un’apertura notevole che non ha certo lasciato impassibile il centrale, legato a Firenze e in particolare a Vincenzo Italiano, ma sulla quale prima di dare un responso definitivo Milenkovic si è preso qualche giorno di tempo per riflettere. In ballo infatti, come ha tenuto a ricordare Ramadani, c’è ancora l’accordo verbale stipulato dodici mesi fa al momento del rinnovo di un anno, un gentlemen’s agreement che avrebbe permesso al calciatore di lasciare la Fiorentina in caso di offerta congrua da parte di una big, anche di Serie A. Una prospettiva che per il momento è ben lungi dal concretizzarsi, visto che di proposte solide sul tavolo dei viola non ne è arrivata nemmeno una (la base di partenza resta tra i 15 e i 20 milioni) e che la dead-line fissata dalla società è sempre più vicina: se entro la prima settimana di agosto non saranno arrivate offerte, il giocatore sarà tolto dal mercato.

Le alternative

Nel caso in cui invece le strade dei viola e di Milenkovic dovessero alla fine dividersi, il club avrebbe già pronte almeno due alternative, sondate con interesse nel corso delle ultime settimane: la prima pista è quella che porta al classe ’99 Perr Schuurs dell’Ajax (seguito anche da Torino e Bologna) mentre la seconda è quella relativa al ’98 Wout Faes del Reims, che ha una valutazione sul mercato di almeno 15 milioni.

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