“Fidatevi”, “Seguitemi”, “Proteggere”: cosa c’è dietro le parole del nuovo Mandzukic

Nella prima conferenza stampa da rossonero, Mario ha detto chiaramente di sentirsi pronto a contribuire da subito: “Ma niente obiettivi, preferisco rispondere sul campo”

Ha parlato in inglese, rigorosamente, perché davanti ai microfoni si sente più tranquillo così, anche se l’italiano lo ricorda bene. In campo è una storia diversa: lì Mario Mandzukic ha tutta un’altra sicurezza di sé, maturata durante una lunga carriera piena di trionfi. Mario l’ha citato spesso, il campo, nella conferenza stampa di presentazione che gli è servita a mandare messaggi precisi a tutto il mondo Milan. Il più importante: “Sono pronto e allenato, posso essere utile subito”.

“Fidatevi”

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Molte domande, è normale, gli sono state rivolte sulla condizione fisica. Perché il dubbio è quello: Mandzukic non gioca partite vere da quasi un anno, avrà da subito il ritmo partita? Lui ha risposto “trust me”, fidatevi. Aggiungendo “se non mi fossi sentito pronto, non sarei venuto al Milan e sarei rimasto a casa a guardare la tivù”. Non sa dire quanti minuti abbia nella gambe, il croato, ma è convinto di poter incidere subito”. E di avere ancora quattro anni davanti come calciatore, se continuerà a sentirsi così.

“Seguitemi”

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Vuole essere, insieme a Ibra, un trascinatore per i tanti giovani della rosa rossonera. “Sarò al loro fianco e se vorranno seguirmi ne sarò felice”. Più chiaro di così… Il carisma ha poteri magici, Zlatan l’ha dimostrato: gli effetti benefici sulla squadra superano di mille volte gli aspetti negativi. E Mario, con quel “non mi preoccupo dei numeri, il 9 sulla maglia non mi spaventa”, ha ribadito di che pasta è fatto.

“Proteggere”

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I compagni più giovani lui li proteggerà. Oltre a “combattere”, ha detto “proteggere”. Non dev’essere una brutta sensazione, crescere in rossonero con uno così che ti guarda le spalle. Mandzukic è lì per quello. Non per fare proclami: “Scudetto, Champions… sono ambizioso ma non mi sbilancio con le parole, sono uno che risponde e lavora sul campo”. Il resto è contorno. La “bella atmosfera”, la fine traumatica della storia con la Juve, la percentuale di forma in cui crede di trovarsi adesso. Chiacchiere. Mario le ama poco. Lui ama il campo.

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