Feralpisalò, il cognome dell’attaccante diventa uno slogan contro la guerra

Apposto un “no” davanti al nome dell’attaccante classe ’89, che ha pure realizzato una doppietta. E la divisa sarà messa all’asta per raccogliere fondi per l’Ucraina

Nasce tutto da un cognome. Che in questi giorni si sente tanto, troppo. Così la Feralpisalò ha chiesto al suo bomber, Simone Guerra, un piccolo, grande gesto: apporre un ‘no’ davanti al nome sulla schiena. Ed ecco che in campo, lunedì sera nel posticipo contro la Triestina (Serie C girone A), l’attaccante classe ‘89 è sceso con la scritta “No Guerra”. E ha segnato pure una doppietta (arrivando a 11 gol stagionali).

Iniziativa

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La Feralpisalò ragiona da sempre oltre il calcio: un’istituzione sociale che vuole contribuire a indirizzare un cambiamento positivo nella società attraverso concrete azioni, sfruttando la grande forza comunicativa dello sport. Ed è questo il principio guida delle iniziative che i Leoni del Garda hanno attivato anche a supporto dell’emergenza umanitaria in Ucraina. Perché la scritta sulla schiena dell’attaccante non è fine a se stessa. La maglia speciale “No Guerra” sarà infatti messa all’asta dal club guidato da Giuseppe Pasini, coinvolgendo tifosi e sponsor per raccogliere fondi da devolvere alla comunità nei luoghi della tragedia, dove serve davvero aiuto e sostegno per chi scappa e per chi resta. Se ne farà capo, ospite allo stadio per la partita, l’ex pugile Oleg Ustymenko, che guiderà personalmente oltre confine i viveri.

Animali

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Non solo umani. Perché la Feralpisalò da sempre è molto vicina anche agli animali. E in campo, lunedì sera, è scesa anche la mascotte del club, il primo in Italia ad adottare un cane: Leo, setter di 11 anni, vive allo stadio ed era avvolto in una bandiera gialloblù. Per sensibilizzare anche sulle tragiche condizioni di milioni di animali che soffrono, muoiono, vengono abbandonati o seguono i proprietari in fuga dall’Ucraina. Una crisi nella crisi di cui si parla poco e si conosce meno. Ma a cui, grazie alla raccolta della maglia “No Guerra” si può far fronte. E l’attaccante ha commentato: “Sono molto felice di aver giocato con questa maglia e di aver contribuito, nel mio piccolo, ad aiutare persone e animali in crisi. Quando il club me lo ha chiesto ho accettato immediatamente. La situazione è terribile, e se possiamo aiutare lo facciamo volentieri. Anche come spogliatoio ci siamo mossi per una raccolta fondi. Speriamo presto che il mio cognome torni ad evocare conflitti lontani”.

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