Felix, il 18enne che per la Roma ha rinunciato alla nazionale: “Grazie Mou”

Il primo 2003 a segnare in Serie A, con la doppietta contro il Genoa ha realizzato due gol in sole tre presenze in campionato

A Roma lo ha portato, e voluto, Morgan De Sanctis che ha deciso, d’accordo con Tiago Pinto, di occupare per lui, lo scorso febbraio, uno dei due slot da extracomunitario. Decisione che ha stupito qualcuno forse, ma Felix Afena-Gyan, secondo De Sanctis e secondo gli osservatori giallorossi (su tutti Simone Lo Schiavo), era uno di quei ragazzi per cui valesse la pena fare un tentativo. Diciotto anni compiuti a gennaio, è il primo 2003 a segnare in Serie A e con la doppietta contro il Genoa ha realizzato due gol in sole tre presenze in campionato, visto che ha esordito lo scorso 27 ottobre a Cagliari. Non solo: è il più giovane giocatore a segnare una marcatura multipla nei 5 migliori campionati d’Europa in questa stagione ed è il più giovane romanista a segnare una doppietta nell’era dei tre punti.

IL RAPPORTO CON MOU

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Quando Mourinho ha deciso che sì, il ragazzino, come lo chiama lui, doveva restare in prima squadra, lo ha tolto dalla Primavera di Alberto De Rossi e, con il suo staff ha iniziato a lavorarci giorno dopo giorno. E lui, che abita nel convitto a due passi dal centro sportivo giallorosso, si è messo sotto. Parla inglese, ma capisce un po’ l’italiano, ha rinunciato alla convocazione con il Ghana per sfruttare la sosta e lavorare con Mourinho e i fatti gli hanno dato ragione: “Grazie mamma, ti amo, lei è ancora in Ghana. Le dedico il gol e lo dedico e ai miei compagni”, ha detto al 90’, dopo aver baciato a lungo lo stemma della Roma. Le altre parole sono state per Mourinho: “Lo ringrazio, è un grande allenatore e una grande persona”. Logico, visto quanto Mou ha scommesso su di lui.

LA SUA STORIA

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Una scommessa che altri club europei, soprattutto inglesi, volevano fare su Felix prima che ci piombasse la Roma, tanto che persino la BBC si era occupata della sua storia. Innamorato dei colori giallorossi da quando, a quindici anni, ha vissuto con trasporto ed emozione la storica rimonta sul Barcellona, è cresciuto in Ghana tra mille difficoltà, con la madre che cercava di farlo studiare e contemporaneamente fargli coltivare la passione per il calcio. Da bambino è stato notato da Oliver Arthur, l’agente che ha poi gestito il trasferimento verso Trigoria ed è stato indirizzato all’EurAfrica Academy. In Primavera, in questa stagione, sei gol in cinque partite, poi, allenamento dopo allenamento, Mourinho lo ha voluto tenere con sé e ha iniziato ad istruirlo tatticamente, ricordandogli però di curare sempre molto il suo fisico. Ottima tecnica, è robusto ma rapido, anche grazie all’atletica che ha praticato da piccolo. Ragazzo estremamente religioso, vuole portare presto la mamma e il resto della famiglia in Italia e nel frattempo vuole continuare a convincere Mourinho. Dopo Cagliari, sui social, aveva detto all’allenatore: “Per sempre grato, sir. Ti renderò orgoglioso”. Non è passato neppure un mese: lo ha fatto alla grande.

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