Favola Cadice, primo nella Liga con una rosa da 37 milioni

Il Cadice è tornato nella Liga dopo quattordici anni: il centravanti del Barcellona era ancora Eto’o, Messi era la riserva di Ronaldinho, Diego Milito giocava nel Saragozza e il brasiliano Ronaldo segnava nel Real Madrid. Era il 2006, arrivò penultimo e retrocesse. Si è riaffacciato dal balcone della Primera Division senza bruciare soldi sul mercato: ha speso solo dieci milioni, ha conservato quasi in blocco la squadra che aveva centrato la promozione e ha continuato a dare pieni poteri ad Alvaro Cervera, 55 anni, nato a Santa Isabel, nella Guinea Equatoriale, che fino a qualche tempo fa allenava in serie C il Leonesa e il Recreativo Huelva.

Il Cadice non è solo un piccolo miracolo economico e sportivo: è una risposta agli sprechi di chi governa spesso il mondo del pallone, è lo spot ideale di un calcio romantico. Ha una rosa che vale 37 milioni, in pratica poco più della metà del denaro investito dal Barcellona per assicurarsi Pjanic dalla Juve. Ha quattordici punti, è primo in classifica con la Real Sociedad di David Silva, in trasferta ha vinto quattro partite di fila e ha un centravanti di 35 anni, Alvaro Negredo, che in passato ha giocato nel Real Madrid e nel Manchester City.

Il segreto è nella semplicità di una squadra che ragiona come una famiglia. Ieri sera, in casa dell’Eibar, il Cadice si è imposto per 2-0 con i gol di Negredo e Salvi. Contropiede e 4-4-2, poco possesso palla (appena il 26,9% nella sfida con l’Eibar) e la velocità di un attaccante honduregno che si chiama Anthony Lozano e che tutti chiamano “el Choco”, riscattato ad agosto dal Girona e in grado di trovare un feeling perfetto con Negredo.

“Se guardiamo la classifica, dobbiamo solo pensare che il traguardo è più vicino”, ha detto Cervera qualche ora fa, dopo il colpo nella tana dell’Eibar. Il traguardo è quello della salvezza. Ma la squadra è diventata il manifesto di una città in festa. Ha messo in ginocchio l’Athletic a Bilbao e si è tolta lo sfizio di battere il Real Madrid di Zidane. Un gruppo da 37 milioni che ha sovvertito pronostici e gerarchie. “Bisogna continuare a lavorare e a divertirsi”. è lo slogan del Cadice.

Un 4-4-2 solido e robusto, senza ricami. Ledesma in porta, Akapo ed Espino sulle fasce, Fali e Cala al centro della difesa. Due esterni che portano i mattoni e si presentano spesso in area: Fernandez e Salvi. I mediani sono José Mari e il danese Jönsson. Negredo e Salvi hanno già segnato due gol a testa, mentre “el Choco” Lozano (27 anni) ha firmato lo storico successo sul Real Madrid, sul campo di Valdebebas, ricevendo in premio da uno sponsor del club un’auto elettrica del valore di 80.000 euro, come ha scritto il giornale “As”. Negredo è anche l’uomo delle sponde e degli assist (tre).

L’unico motivo di rammarico è lo stadio vuoto, il Ramon de Carranza senza tifosi, a causa del Covid. E’ il Cadice della logica e dei risparmi. Ventotto giocatori e un’età media di quasi ventinove anni. Il calciatore che vale di più, sul mercato, è Alex Fernandez, classe 1992: il prezzo del suo cartellino è di sette milioni e mezzo. Fa parte del gruppo anche Bobby Adekanye, ventuno anni, ala sinistra, doppio passaporto (nigeriano e olandese): è arrivato in prestito dalla Lazio. Finora è sempre andato in panchina. Aspetta la sua prima occasione per debuttare nella Liga.

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