Europei, la guida ai quarti di finale: Spagna e Inghilterra favorite, e Belgio-Italia…

Belgio-Italia è l’unica sfida che vale una semifinale, Rep. Ceca-Danimarca indecifrabile: questi Europei hanno mostrato che non ci sono sentenze già scritte. Ecco la guida ai quarti

Fabio Licari

30 giugno – Milano

Belgio-Italia è l’unico quarto che vale una semifinale. Sembrano a senso unico Svizzera-Spagna e Ucraina-Inghilterra. Indecifrabile, in tono minore, Repubblica Ceca-Danimarca. Ma la verità è un’altra: in questo Europeo qualsiasi previsione è vietata. Oggi diremmo Italia-Spagna e Inghilterra-Danimarca, con gli inglesi che si giocano le final four a Wembley. Ma se anche i quarti si ribellassero alle sentenze già scritte?

Svizzera-Spagna

Si fa presto a dire Spagna. Dopo un paio di turni, la Francia era destinata a vincere l’Europeo, la Svizzera vista con l’Italia faceva meglio a non partecipare e la Spagna sembrava ingolfata nella sua manovra tediosa e senza la scintilla creativa. Tutto ribaltato in questi ottavi che hanno anche rivalutato il percorso degli azzurri: svizzeri e cechi non erano poi così modesti. Il torneo è lungo. E mentre la Francia s’è sfilacciata di partita in partita, la Spagna è in crescita di autostima e gol, non di gioco. Quello non era mai mancato, solo che la precisione nei tiri era disastrosa. Dieci reti a Slovacchia e Croazia offrono una nuova prospettiva. Tradotto: per la Svizzera sarà peggio che con la Francia.

I Bleus erano troppo legati alle iniziative personali. Gli è mancato un Jorginho che affiancasse Kanté e liberasse Pogba. La Spagna è più compatta, meno spettacolare, tesse la sua tela attorno alla preda e poi colpisce. Morata ha decine di cross e filtranti a disposizione, Olmo, Sarabia e Oyarzabal fanno un lavoro enorme in fascia, e sta brillando la stella di Pedri: sembra un futuro De Bruyne per come collega i reparti e detta i tempi, ma si muove (fateci caso) come Dybala. Dietro, gli spagnoli sono molto saldi. La Svizzera deve capire se Gavranovic, Vargas, Mbabu, decisivi a gara in corso con la Francia, possono entrare subito o a gara in corso. Intoccabile Zuber, ma s’era visto con l’Italia nel finale. Un solo vantaggio, ma non indifferente, per Petkovic: niente da perdere. Il che rende tutto facile. E se Xhaka si ripete…

Repubblica Ceca-Danimarca

Il quarto impossibile. Nessuno avrebbe mai indicato la Repubblica Ceca, non dopo il 4-0 con l’Italia nell’ultima amichevole pre-Europeo (e i gol potevano essere di più). Abbiamo pensato tutti: peccato non sia capitata a noi. E invece ha fatto tesoro di quel k.o., serrando le fila in difesa e accorciando reparti e uomini. Ritmo e fisico non mancano. Ha approfittato scientificamente di ogni situazione, con i colpi di Schick e un bel collettivo alle sue spalle: ha perso solo a Wembley con gli inglesi, ma era già qualificata. E poi il capolavoro tattico con l’Olanda di cui ha messo in mostra tutti i limiti. Ora fa paura con quella coppia di centrocampo Soucek-Holes e l’ex romanista mai così letale. Però la Danimarca non è meno sorprendente. A zero dopo due giornate, e con lo shock dell’arresto cardiaco in campo di Eriksen, ha recuperato la qualificazione all’ultimo, travolgendo una Russia sconclusionata e cominciando un nuovo Europeo.

L’impressione è che dipenderà dai danesi. Sono loro quelli con più propensione offensiva e più occasioni (con Italia e Spagna). Hanno un gioco veloce, verticale, di entrate in corsa e cross tagliati. Fisicamente e mentalmente è come se si fossero liberati d’un peso da quando Eriksen è fuori pericolo, anzi è stata una scarica di energia. Lottano, tirano da fuori e il sampdoriano Damsgaard è la rivelazione. C’è sempre il rischio che il Galles ne abbia esagerato i meriti, e che il c.t. ceco Silhavy abbia la strategia per rallentarne il ritmo. Danesi favoriti, sfida Schick-Damsgaard, velocità e fantasia contro solidità e concretezza.

Italia-Belgio

De Bruyne o non De Bruyne? Cambia tanto, forse tutto. Possiamo farcela anche con KDB e Lukaku assieme, ma affrontare il Belgio senza il suo fenomeno sarebbe un indiscutibile vantaggio. Di Hazard, di questo Hazard almeno, il c.t. Martinez può invece fare a meno, come negli ultimi, tempi, sebbene proprio contro il Portogallo si siano visti rassicuranti segnali di ripresa. Ma De Bruyne, oggi, è di un’altra categoria. E questo è il quarto di finale meno prevedibile, sulla carta. Percentuali alla pari, al netto di KDB. Con l’Italia che s’è conquistata i gradi di favorita a torneo in corso: molti sospettavano che fin qui avesse brillato del “buio” altrui, della modestia delle rivali, il Belgio può essere la cartina al tornasole di un ripensamento.

I diavoli rossi hanno un bel collettivo, come il nostro. Meno giovane, più collaudato, con un baricentro più basso. Tendono a coprirsi e poi allungare il campo con lancioni. Hanno due top player come De Bruyne e Lukaku, mentre i nostri sono aspiranti top, se si esclude forse Verratti che però non è sicuro del posto. Abbiamo più entusiasmo, perché non siamo i primi del ranking Fifa, veniamo dall’Apocalisse russa e, arrivati ai quarti, tutto quello che viene è un successo. Lavoriamo per il Qatar. La nostra missione è incatenare Lukaku, fare possesso veloce, abbassare di qualche metro la linea difensiva per non esporsi alle ripartenze di Big Rom e poi attaccare sulle fasce, da dove possiamo far male a una difesa forte fisicamente ma superabile palla bassa. Però in zona gol dobbiamo essere più precisi. Oggi la Spagna pare più temibile.

Ucraina-Inghilterra

Può l’Inghilterra farsi sfuggire l’occasione del secolo? Un quarto di finale contro la non trascendentale Ucraina, prima di una «final four» a Wembley nella parte più abbordabile del tabellone, con una tra Danimarca e Repubblica Ceca in semifinale. Difficile un percorso più promettente. E adesso che Kane s’è sbloccato, e l’entusiasmo è alle stelle, tutto congiura per un’Inghilterra per la prima volta nella storia a giocarsi l’Europeo. Non che manchi qualche fragilità nella squadra di Southgate, soprattutto la difesa attaccata in velocità dai tedeschi è sembrata perforabile. E neanche è chiaro se il sistema con la difesa a tre visto contro la Germania sarà confermato. Però i due mediani (Rice-Phillips) sono irriducibili e sulla fasce Saka e Sterling non fanno prigionieri. Sterling è il goleador: 3 gol su 4, la rivincita per la stagione difficile nel Manchester City. In più Foden, Bellingham e Sancho in panchina.

L’Ucraina di Shevchenko, come la Svizzera, non ha niente da perdere. Arrivare a questo punto è già un successo. Sembra però meno solida, un po’ leggerina e meno affidabile in difesa. Ha perso la verticalità dei primi tempi e fatica a essere pericolosa in area. Yarmolenko e Zinchenko sono i migliori, ancora irrisolto l’Europeo di Malinovskyi. Se la Svezia non fosse rimasta in dieci ieri sera forse sarebbe andata diversamente. Ha sperimentato la difesa a tre con gli svedesi ed è probabile che la confermi per contrastare la potenza offensiva inglese: obiettivo i calci di rigore? Ma l’impressione è che la Svezia avrebbe avuto più chance di sorprendere la nazionale di Southgate.

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