Euro 2020, Malagò: “Italia grande gruppo. Può succedere di tutto”

Venerdì allo stadio Olimpico di Roma l’Italia di Roberto Mancini sfiderà la Turchia nel primo match di Euro 2020. Sale l’attesa per l’esordio degli azzurri, protagonisti di un cammino di qualificazione splendido. Il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, chiamato a fare un pronostico commenta: “Secondo me può succedere di tutto. Nell’anno del Covid le favorite non hanno vinto la Champions e ci sono state sorprese anche in alcuni campionati nazionali. Il gruppo azzurro è formidabile, Mancini ha fatto un lavoro eccezionale, ma ora piedi per terra”. Roma ospiterà le tre sfide dell’Italia ai gironi (dopo la gara inaugurale contro la Turchia di venerdì 11 giugno, allo stadio Olimpico si giocheranno le partite contro Svizzera, mercoledì 16 giugno, e Galles, domenica 20 giugno) e un quarto di finale: “Sono molto soddisfatto, le autorità di Governo hanno lavorato benissimo per assicurare l’organizzazione e la Figc è stata straordinaria – ha sottolineato Malagò intervenuto ad Agorà su Rai3 – L’Uefa pretendeva molto, l’Italia è stata brava a dare garanzie e la partita inaugurale di Roma è un segnale straordinario”.

Gli stemmi delle squadre degli Europei di calcio

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Malagò su Tokyo 2020

“I giapponesi vogliono rinviare i Giochi? È normale ci siano dubbi, ma bisogna partire da un presupposto: la presidente del comitato organizzatore ha chiarito la situazione, i Giochi non si possono annullare nè rinviare nuovamente. Non è possibile per un fatto economico, di prestigio e di quanto è stato fatto finora. I giapponesi hanno una strana cultura di popolo no vax, quindi finora si sono tutelati cercando di non far entrare le persone. Per i Giochi ci sono 140-150 mila persone accreditate, ma saremo tutti in una grande bolla”.

L’effetto del Covid sullo sport italiano

Sull’effetto della pandemia sullo sport nel nostro Paese, il numero uno del Coni rivela: “Sono state commissionate due ricerche molto eloquenti. C’e’ una perdita di tesserati che varia fra il 30 e il 50 %: progressivamente si possono recuperare, ma è da dimostrare se e quanto i nostri figli e nipoti torneranno a fare attività sportiva dopo essersi disabituati. Servono incentivi e una politica per l’impiantistica: su questo il recovery plan farà molto. E poi c’è il grande male del nostro Paese, sul quale il Coni non c’entra nulla, vale a dire la mancanza cronica dello sport nella scuola”. “Se l’autonomia del Coni è stata garantita dal decreto? È una domanda abbastanza imbarazzante: a parole sì, nei fatti no perchè purtroppo quando uno entra in questo fantastico mondo del pubblico si rende conto che una cosa è la legge, un’altra i decreti attuativi senza i quali la legge non conta niente. Sui decreti c’è un rimbalzo di responsabilità tra pezzi dello Stato, che sono fuoriclasse nel cercare di ostacolare, creare ostruzioni alla situazione”, conclude Giovanni Malagò.

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