Eterno Zlatan, decide sempre: “Correre? se puoi volare…”

Dal post lockdown Ibra è il re assoluto della A con 14 gol e 5 assist: “Per la pressione ci sono io, i giovani pensino solo a lavorare”. E a Maldini: “Paolo, firma il mio contratto altrimenti non gioco”

Dal nostro inviato Marco Pasotto

2 novembre – Udine

Il quesito viene posto spesso: ma Ibrahimovic dà un apporto maggiore nello spogliatoio o sul campo? Dieci mesi dopo, la risposta è piuttosto chiara: impossibile scegliere. Ci sta un democratico fifty-fifty. Un po’ come la domanda sull’età. Siamo proprio sicuri che abbia 39 anni? Mah. Può essere che a Milanello, al posto delle vasche di ghiaccio, ci sia la piscina di “Cocoon”. Quella che restituiva ai vecchietti l’energia dei vent’anni. Di certo, chi vent’anni adesso li ha realmente, resta folgorato dalle imprese del signor Z. Ieri dopo la partita Brahim Diaz (sempre delizioso assistere ai loro abbracci, con lo spagnolo che gli arriva a malapena al petto) ha twittato: “Spettatore in prima fila dello show di Benjamin Button”. Dalot invece ha seguito il filone teologico dello svedese: “Dio Zlatan c’è sempre”. Sì perché mai come ieri il Milan è riuscito a regalarsi i tre punti grazie al suo uomo della provvidenza. Prima l’assist a Kessie che ha scardinato il chiavistello friulano e poi l’acrobazia vincente che ha permesso di camuffare un secondo tempo rossonero bruttino, nei minuti finali di una partita rognosa e pericolosa.

in marcatura

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D’altra parte i campioni servono anche a questo e di sicuro ai piani alti di Elliott nessuno storce più il naso sui 7 milioni netti elargiti a Z in busta paga. La cartolina di Udine ovviamente resta quella rovesciata (gesto piuttosto comune nel curriculum dello svedese), correndo verso la palla che si allontanava e arpionandola con un movimento da arti marziali (anche qui, nulla di nuovo). Per bucare definitivamente l’Udinese occorreva una trovata, non una giocata normale, e lui era l’unico in grado di elaborarla. Zlatan pianta così un’altra bandierina in Italia – a Udine non aveva mai segnato – e prosegue a sbriciolare primati e imprese. In questo torneo siamo a sette centri in quattro partite, mentre da quando è tornato in rossonero ha preso parte a 23 reti in 22 partite di campionato (17 gol e 6 assist). Non solo: nel post lockdown è lui il giocatore ad aver preso parte a più reti in A: 19 (14 gol e 5 assist). Come sempre, quando si parla di lui, i numeri sono solo uno degli aspetti. L’altro giorno Calabria raccontava di aver capito come i grandi giocatori si preparano alle partite grazie a Zlatan. Che dà l’esempio a tutti in tutte le circostanze. Basta andarsi a rivedere la partita di ieri dopo il secondo gol: a un certo punto si è messo in marcatura a uomo su De Paul, che nella ripresa aveva goduto di libertà eccessiva. Si è piazzato dietro la linea del pallone per aiutare i compagni, nonostante gli ultimi dieci minuti di una partita tirata possano risultare piuttosto faticosi per uno di 39 anni.

fame

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Tanto poi lui sull’età ci scherza su come sempre. “Siamo giovani, colpa mia che alzo l’età media. Mi fanno sentire giovane, nel 2012 ero vecchio, oggi sono giovane – sorride –. Ho 39 anni ma non ci sto pensando. È un numero, per me ruota tutto intorno a come ti alleni e come giochi. E io mi sto allenando tanto e forte, ho la fiducia al top. Mi sto solo riscaldando. Abbiamo tanti giocatori giovani, ma ci sono io a prendere la pressione, mi piace. Loro devono solo pensare a lavorare e non dobbiamo essere soddisfatti: dobbiamo avere sempre più fame. Pioli sta facendo un grande lavoro. La rovesciata? Per me non è stato un gol difficile”. Poi scherza con Maldini. “Ora dico a Paolo che deve farmi firmare il contratto, altrimenti non gioco la prossima partita. La pressione va a lui”. Ma poi si fa serio: “Quando sono arrivato, il Milan voleva un contratto più lungo, però per essere onesto con me stesso ho chiesto di firmare solo per sei mesi. Nessuno doveva essere insoddisfatto. A fine campionato vediamo come sto, non voglio bloccare il Milan in una situazione non positiva”.

prova mentale

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E, a proposito di Maldini, attenzione alle parole dette dal d.t. prima della partita: “Scudetto? Io chiedo sempre di essere ambiziosi, non è vietato sognare, anche se l’obiettivo è crescere e raggiungere la Champions”. La palla passa fra i piedi di Pioli allora, che prosegue la maxi-striscia senza sconfitte – siamo a 24 gare filate – e si impone su un campo che un anno fa per Giampaolo rappresentò l’inizio della fine. Stavolta, invece, il Diavolo vola altissimo. E mentre il solito Ibra twitta “Perché correre quando puoi volare?”, il tecnico rossonero commenta così: “Una gara difficile, complicata, ma ci abbiamo creduto fino alla fine. Pensiamo a una gara per volta, l’obiettivo è migliorare il risultato dell’anno scorso. La squadra è riuscita a superare dei momenti difficili, è stata una bellissima prova a livello mentale. Ibra? Si pone con il gruppo in modo eccellente, gli aggettivi per Zlatan sono finiti”. Eterno potrebbe andare?

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