Erkin, Brozovic, Kondo… Ecco De Boer il sergente

Frank de Boer, 46 anni. AnsaFrank de Boer, 46 anni. Ansa

Frank de Boer, 46 anni. Ansa
Frank de Boer, 46 anni. Ansa
Discorsi seri e tutt’altro che inopportuni: Frank de Boer ovviamente non può ancora parlare tanto bene l’italiano, ma è evidente che si fa capire bene quando vuole. Colpa di Kondogbia, che forse gli ha fatto sciupare un’occasione e di sicuro lo ha fatto arrabbiare a tal punto da costringerlo a toglierlo dal campo dopo appena 28 minuti di Inter-Bologna, finita 1-1 anche a causa dell’errore del francese. Così l’allenatore gentile ha fatto la faccia da duro, non tanto durante la partita (anche perché il suo giocatore non l’ha degnato di uno sguardo e si è diretto negli spogliatoi senza salutarlo), quanto alla fine: “Non vuole ascoltare”, ha ripetuto fino alla noia. “E se non vuoi ascoltare devi sentire”. To feel, in inglese. “E se non vuoi ascoltare, ascolti lo stesso: altrimenti vai fuori”. Tradotto in altri termini: De Boer aveva parlato con Kondogbia già altre volte, spiegandogli di provare la giocata semplice quando si trova spalle alla porta, ma il francese ha fatto orecchie da mercante e se proprio non ha intenzione di seguire le istruzioni del tecnico (“non ascolta”), deve imparare a capire da solo quando è il caso di rischiare e quando no (“deve sentire”) senza mandare in gol gli avversari come ha fatto col Bologna.

sergente — Di Caner Erkin, invece, De Boer non ha mai parlato. Ma la sua prima mossa quando è arrivato all’Inter è stata proprio il taglio del turco che poi si è lamentato con la stampa locale perché il tecnico lo ha di fatto mandato via senza dargli neppure una possibilità. È stato quello – se vogliamo – il primo segnale di coraggio: l’allenatore appena arrivato sceglie che il giocatore voluto dal suo predecessore non è funzionale al proprio progetto. E chiede alla società di lasciarlo andare. Poi ne ha dimostrato altrettanto con Brozovic: il croato, sulla lista di sbarco per tutta l’estate, alla fine è rimasto e ha sprecato la chance concessagli da De Boer contro l’Hapoel Beer Sheva in Europa League. Nell’intervallo di quella partita i due avrebbero avuto un battibecco e a quel punto Brozovic – tra l’altro fuori forma e tre chili in sovrappeso – non è stato convocato per le successive partite con Juve, Empoli e Bologna.

“Nessuno è più grande dell’Inter – ha detto il tecnico qualche giorno fa -. Quando qualcuno pensa di esserlo, o non va nella direzione in cui stiamo andando, è giusto mandare un messaggio non solo a lui, ma a tutta la squadra”. Passata una settimana, il sergente è pronto al perdono: “Vediamo se Brozovic ha capito”, ha detto il tecnico. De Boer, del resto, non poteva essere più chiaro di così. E nemmeno più coraggioso: del resto, pur sbagliando, non ebbe timore neppure di schierare l’Inter col 3-4-1-2 all’esordio stagionale. Fu una piccola rivoluzione, lui perse, finì sulla graticola, ma si è ampiamente ripreso. Battendo anche la Juve. Perché – lo disse proprio alla Gazzetta – lui non ha paura nemmeno dell’invincibile Signora.

 Gasport 

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