Eriksen, quando i sogni si avverano: voleva il quarto Mondiale, eccolo 17 mesi dopo la grande paura

Il 12 giugno 2021 al Parken di Copenaghen in Danimarca-Finlandia all’Europeo il suo cuore si fermò: oggi gioca con un defibrillatore sottocutaneo. Kasper Hjulmand, il c.t. danese, dice: “Christian è il nostro cuore, il nostro battito cardiaco”

Dal nostro inviato Fabio Licari

21 novembre – DOHA (QATAR)

Gli occhi sbarrati e fissi nel vuoto, il corpo immobile, i compagni attorno con lo sguardo perso, terrorizzato. Lo stadio improvvisamente in silenzio. Soltanto Simon ha il coraggio di agire subito, correre verso l’amico, proteggerlo mentre l’arbitro chiama d’urgenza i medici e poi abbracciare la moglie corsa in lacrime in campo. Volevamo essere tutti forti e nobili come Simon in quel momento. È il 12 giugno 2021 al Parken di Copenaghen, Danimarca e Finlandia sono 0-0 nella loro prima partita dell’Europeo. Al minuto 43 Christian Eriksen cade come morto sul campo, faccia a terra, e non è una scivolata, una caduta goffa, un inciampo. Il cuore s’è fermato. “Se n’era andato”, confesserà dopo uno dei medici danesi che l’ha salvato con massaggio del cuore e defibrillatore. Mentre Simon Kjaer gli fa da scudo con i compagni, Eriksen s’aggrappata disperatamente alla vita. Oggi, diciassette mesi dopo, cinquecentoventotto giorni dopo, è qui, a Doha, con la Danimarca, per il quarto debutto in un Mondiale, il più bello.

Il resto viene dopo

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Danimarca-Tunisia non è una semplice partita, è il match del ritorno alla vita. “Dal giorno in cui ho detto che sarei voluto tornare in campo, giocare il Mondiale è sempre stato il mio vero obiettivo”, ha detto Eriksen, che oltre a maglietta e pantaloncini “indossa” un defibrillatore sottocutaneo che non gli permette di giocare in Italia ma in Inghilterra sì, nello United. “Sono grato di essere qui. È molto speciale. Tutto il resto è extra. Questo è il mio slogan ora”, aggiunge Eriksen, 30 anni e 117 presenze con la Danimarca. Kasper Hjulmand, il c.t., non è retorico, semplicemente emozionato: “Christian è il nostro cuore, il nostro battito cardiaco. È un giocatore fantastico e una persona ancora migliore”. E Kjaer, l’amico al quale forse deve la vita: “Lo adoriamo tutti, è un’ispirazione per tutti. Non c’è giorno in cui non pensi a quel momento”.

Subito in gol

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Il 31 gennaio, annullato il contratto con l’Inter, Eriksen firma per il Brentford. Il 26 febbraio torna in campo sostituendo Jensen contro il Newcastle. A marzo è di nuovo con la nazionale, amichevole in Olanda. Il primo tempo finisce 3-1 per gli oranje. Eriksen sostituisce Lindstroem all’intervallo e, appena in campo, segna. Subito. In gol dopo neanche centoventi secondi. Come se il destino volesse sdebitarsi. Otto presenze e tre gol da allora con la Danimarca, due successi in Nations League contro la Francia. “Ora stiamo sognando in grande. C’è addirittura più fiducia di quando sono tornato”.

Tunisia forza 4

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Chiedere naturalmente alla Tunisia se è d’accordo. La nazionale di Jalel Kadri è una delle indecifrabili di questo Mondiale: considerata la meno forte della africane, viene da quattro successi nelle ultime cinque partite. Ha perso con il Brasile ma ha messo sotto il Cile e due finaliste come Iran e Giappone. “Se non mi qualifico agli ottavi mi dimetto”, ha detto qualche tempo fa. Non sarà facile mantenere la parola in un gruppo con Francia e Danimarca, più l’Australia anche lei enigmatica. Hjulmand ha soltanto un dubbio: Skov Olsen, ex Bologna, o Dolberg. Nel primo caso sarebbe 3-4-2-1, nel secondo Eriksen trequartista unico. La Tunisia prevista con il 4-3-3 delle ultime uscite.

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