Eriksen, l’arbitro che ha fatto entrare la moglie: “La situazione più difficile della carriera”

Parla per la prima volta il direttore di gara della sfida tra Danimarca e Finlandia quando Eriksen ha subito l’arresto cardiaco in campo

Per la prima volta Anthony Taylor parla di quanto accaduto a Christian Eriksen nella sfida d’esordio allo scorso Europeo. Sono passati ormai quasi due mesi da quella partita e il direttore di gara designato per il match a Copenaghen fra Danimarca e Finlandia ha raccontato a BBC Sport i minuti che sono trascorsi dopo il malore al centrocampista dell’Inter.

ANCORA – “Quanto successo ti fa capire quanto possa essere preziosa la vita. Ero a dieci metri di distanza, guardandolo direttamente. Non c’era nessuno vicino a lui. Ho potuto vedere chiaramente che c’era qualcosa che seriamente non andava”, ha detto Taylor. “Ho visto qualcuno subire un arresto cardiaco improvviso prima, quando arbitravo Burnley-Newcastle. Uno dei miei colleghi, Eddie Wolstenholme, ha avuto un arresto cardiaco nello spogliatoio. Ricordo benissimo poco prima che riportassimo le squadre all’interno che un addetto alla sicurezza è venuto da me chiedendo il permesso di far entrare sua moglie in campo. Io ovviamente ho detto che andava bene”.

LUCIDITA’ – “Per quanto riguarda la decisione sulla ripresa della gara è stata ovviamente discussa ed è stata presa una decisione in pieno accordo con entrambi i gruppi di giocatori e le federazioni. I giocatori avevano parlato con Christian su FaceTime e gli aveva effettivamente detto loro di finire la partita. E’ stata sicuramente la situazione più impegnativa della mia carriera, ma serve a sottolineare l’importanza di gestire le persone e le emozioni. La gente pensa che gli arbitri non abbiano cuore e siano lì solo per rovinare i pomeriggi, ma la linea di fondo qui è capire come le persone si sentono e reagiscono. Si tratta di gestire le persone e le emozioni piuttosto che una decisione di una frazione di secondo. La mia preoccupazione era per i giocatori e la squadra. I veri eroi sono i medici che hanno fatto le compressioni e Simon Kjaer che l’ha iniziata. Il mio ruolo lì è leggermente cambiato, tu diventi centrale nella gestione delle crisi. L’unica cosa che ho fatto è stata chiamare i dottori”.

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