“Era tutto fatto, poi dal giorno alla notte…”: quando il Milan sognò l’arrivo di CR7

Un anno prima dell’approdo alla Juve, Ronaldo già in rotta con il Real Madrid era stato contattato dal Diavolo ancora sotto la proprietà cinese. Nelle parole dei dirigenti d’allora, il ricordo dell’affare che non s’è mai fatto

Gli universi paralleli offrono sempre scenari gustosi. Juventus-Milan di domani Cristiano Ronaldo avrebbe potuto giocarla in rossonero. O meglio, avrebbe potuto viverla a maglie invertite quattro stagioni fa, un anno prima di quando poi è effettivamente sbarcato in bianconero nel 2018 con un’operazione precedenti. Che avrebbe potuto fare un anno prima il Diavolo. Forse.

VIA DA MADRID

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Era ancora l’epoca della proprietà cinese, attratta dall’appeal di CR7 sul mercato orientale. A settembre 2018, dopo l’arrivo di Ronaldo alla Juve, “El Mundo” raccontò che il portoghese aveva già deciso da tempo di andare via dal Real per i problemi già in corso con Florentino Perez, per i problemi col fisco spagnolo e per la frustrazione di non essere riconosciuto come miglior giocatore di sempre dei blancos nel confronto con Alfredo Di Stefano. E così Yonghong Li avrebbe messo sul piatto nell’estate 2017 addirittura 150 milioni di euro netti per cinque anni di contratto al portoghese, numeri non molto distanti poi da quelli sottoscritti in bianconero.

FISSAZIONE DI MR.LI

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Un paio di mesi dopo, a novembre 2018, la conferma di Marco Fassone, ormai già ex amministratore delegato rossonero: “È vero, Yonghong Li voleva Cristiano Ronaldo al Milan – disse dopo il passaggio di proprietà al fondo Elliott -. Mr Li voleva CR7 in rossonero perché riteneva che avesse una grande forza sul mercato cinese. Il giocatore voleva andarsene da Madrid. Ci siamo visti nel luglio 2017 con il suo procuratore Mendes, per verificare i costi e la disponibilità del giocatori”. Fassone poi è tornato sull’argomento un po’ di tempo dopo: “Ronaldo era una fissazione per Mr Li. Lo voleva e insisteva per averlo. Ne ho parlato con Mendes, il procuratore, Ronaldo era disponibile a lasciare il Real Madrid e il Milan è un club di fama mondiale che gli piaceva”.

“FACEMMO TUTTO”

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Dopo qualche giorno sempre a fine 2018 ne parlò anche Massimiliano Mirabelli, d.s. di quel Milan: “Era un’operazione che ci era venuta in mente e sottotraccia ne parlammo con Jorge Mendes. Sapevamo che poteva avere problemi al Real. Parlammo anche di ingaggio e facemmo tutto, ma poi…”. Un’altra volta raccontò: “CR7 ci aveva detto: ‘Non siete in Champions, ok, ma io l’Europa League non l’ho mai vinta e vincerò anche quella’. Era convinto: io mi sono seduto con l’agente e la mia parte era finita”. E ancora: “Qualcuno dice che è una presa per i fondelli, ma noi Ronaldo lo avevamo bloccato, c’era la possibilità di prenderlo, è tutto vero. Con la proprietà di oggi, Ronaldo giocherebbe al Milan. Sono convinto che Ronaldo avrebbe raggiunto Milano per giocare per la società rossonera”.

DAL GIORNO ALLA NOTTE

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Benissimo. E poi cos’è successo? Qui le versioni divergono, ma neanche tanto. Fassone: “Convinsi Mr.Li a lasciar perdere il sogno: Ronaldo costava troppo”. E ancora: “Abbiamo fatto una valutazione interna e l’operazione non era sostenibile”. Mirabelli: “La proprietà cinese bloccò l’affare perché non era sostenibile”. Poi: “I cinesi non hanno tirato fuori i soldi: pensavano che non saremmo mai arrivati a trattare un campione così”. Più per esteso: “Fassone mi ha detto che i numeri non tornavano e abbiamo dovuto lasciare perdere. Prima mi hanno dato un budget poi un altro, questo è il punto: a me hanno detto che avevamo la possibilità di prenderlo, che i soldi c’erano, poi dal giorno alla notte mi hanno detto il contrario. Con la proprietà di oggi, Ronaldo giocherebbe al Milan. Sono convinto che Ronaldo avrebbe raggiunto Milano per giocare con noi”.

EPILOGO

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I rapporti intessuti con Mendes vennero buoni per i rossoneri al massimo per l’arrivo di André Silva, che insomma è un’altra cosa. Vincenzo Montella, tecnico di allora, una volta alla Fiorentina confermò tutto: “Se n’è parlato quando ero al Milan, ma non ci ho mai creduto fino in fondo. Ma c’era la possibilità che venisse”. Infatti un anno dopo andò alla Juve, dopo averla buttata fuori dall’Europa e aver vinto un’altra Champions League con il Real Madrid. A frenare CR7 dall’insistere sulla pista Milan, secondo “El Mundo”, fu l’idea di sposare un club in ricostruzione invece di uno già affermato come fu poi la Signora. A Torino ha ritrovato il massimo palcoscenico continentale ma, ironia della sorte, anche in bianconero alla coppa dalle grandi orecchie non c’è più andato neanche vicino.

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