Empoli, Corsi: “Ricci e Parisi? Non vendo nessuno. Qui proteggiamo i giovani”

In Serie A c’è un’isola felice con una squadra che partita dopo partita continua a volare sulle ali dell’entusiasmo. Grazie all’ultima impresa contro il Napoli, l’Empoli è lì a un passo dalla zona Europa: 26 punti in 17 partite. Piede sull’acceleratore e via, spingendo sempre più forte. E’ la seconda miglior partenza in Serie A nella storia del club; meglio di Adreazzoli, aveva fatto solo Giampaolo nel 2015/16 con un punto in più. Sorrisoni azzurri, ma il presidente Fabrizio Corsi mette tutti in guardia: “Non dico che siamo preoccupati, ma concentrati a non farci condizionare da questi risultati positivi sì – ha detto nella nostra intervista – Non siamo neanche a metà campionato, dobbiamo stare attenti a non rovinare tutto quello che abbiamo fatto. Ogni partita la viviamo come quella decisiva”.

MERCATO – A preoccuparlo un po’, forse, è il mercato alle porte: “L’anno di Giampaolo ci fu un’ondata di presunti interessi verso i nostri giocatori che per un paio di mesi hanno calato il loro rendimento”. Quindi, meglio chiarire subito: “A gennaio non abbiamo necessità di vendere, in estate potrebbe partire qualcuno”. Intanto Corsi si gode il suo gioiello Empoli, terza squadra più giovane della Serie A dopo Spezia e Roma (età media 25,4 anni) e quella con meno stranieri in rosa (10).

Qual è il timore?
“Le difficoltà sono dietro l’angolo, conosciamo il valore delle avversarie ed essendo una squadra giovane dobbiamo concentrarci sulle cose da migliorare”.

In una recente intervista il suo ex allenatore Gigi Cagni ha raccontato che 15/20 anni fa ha impostato una metodologia moderna e adatta al contesto. Ce la racconta? 
“Siamo sempre presenti nel contesto della squadra; quando c’è un problema lo affrontiamo subito per risolverlo il prima possibile, che sia di gruppo o individuale. L’Empoli è sempre stata una società all’avanguardia, ma rispetto a 15 anni fa anche noi ci siamo evoluti e il tutto è gestito da un gruppo di lavoro snello ma con un rapporto giornaliero e costante, tra persone che remano tutte verso la stessa direzione”.

La sensazione è che la vostra sia la piazza ideale per un giovane.
“Il nostro è l’ambiente ideale perché tutti condividono e accompagnano l’evoluzione di questi ragazzi in prima squadra. Quando un giovane sbaglia qualche partita qui non viene bocciato, perché se ha qualità è nell’interesse di tutti proteggerlo”.

Com’è nata l’idea di riprendere Andreazzoli?
“Conosciamo i suoi metodi di lavoro e avevamo bisogno di raggiungere risultati con un allenatore come lui che portasse miglioramenti, lavorando sia individualmente che di reparto. L’Empoli veniva etichettata come una sicura candidata alla retrocessione, ma con Aurelio cerchiamo di ribaltare i pronostici anche in presenza di risultati negativi”.

Inizialmente però voleva continuare con Dionisi.
“Sì, volevamo andare avanti con lui. Poi abbiamo colto la sua non soddisfazione nel proseguire con noi e sono venute meno anche le aspettative. A quel punto abbiamo scelto Andreazzoli, facendo un cambiamento verso chi ci avrebbe garantito un certo tipo di lavoro. E’ stata la mia prima scelta”.

Dopo il successo col Napoli Andreazzoli ha detto: ‘Venire qui e non giocare per vincere potrebbe sembrare che facciamo spendere soldi per niente alla società’. 
“Cerca di trasmettere ai ragazzi che tutto è possibile, anche di fronte ad avversari più forti. Così vengono allontanate paure e preoccupazioni, pensando solo a esprimersi al meglio sul piano del gioco”.

Cutrone, Pinamonti, Stojanovic, Di Francesco… Qual è stato il giocatore più difficile da prendere? 
“Alcuni hanno fatto qualche riflessione, ma il contatto con il nostro ambiente ha fatto la differenza. All’Empoli c’è professionalità ma anche familiarità, e questa semplicità porta vantaggi. 25 giocatori in rosa e tutti protagonisti, nessuno si sente un’alternativa. L’allenatore ha una grande capacità di gestione, li sta ruotando tutti in maniera esemplare cambiando anche 5/6 giocatori da una partita all’altra”.

Il Napoli sta seguendo con interesse Parisi e Viti.
“Per alcuni ragazzi questa deve essere una stagione chiave della loro crescita individuale, devono completarsi. Sono consapevoli che questo può essere un passaggio importante per il loro futuro”.

@francGuerrieri 

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