Elastici, crioterapia, sedute private: il piano Inter per riportare Lukaku al top

È il più impiegato degli attaccanti di Serie A, e l’Inter ne ha bisogno al massimo della forma. Ecco come farà

Non puoi possederlo, ma puoi usarlo. Si dice così del tempo, no? Ecco: ora Romelu Lukaku ha tempo. Ne ha di più, per curare i suoi numeri: i 98 kg, il 48 di piede, i 1.596 km percorsi in campionato (62 più di Ronaldo, una maratona e mezza in più), i 2.181 minuti già giocati, gli altri 1.530 che ha in agenda da qui a fine maggio. Sì, 1.530: 17 partite per 90 minuti, fino allo scudetto. Perché l’obiettivo è non saltare neppure un attimo di Inter, fino al termine del campionato. Eppure…eppure sì, Lukaku è stanco. Perché non c’è attaccante che in Italia sia sceso in campo più di lui, coppe comprese. Perché lui e le vacanze non si sono mai incontrati, quest’anno. E perché la verità è ormai certificata: Antonio Conte non può farne a meno perché in rosa non c’è un alter ego di Romelu, neppure per caratteristiche, figuriamoci per centralità nel progetto tattico.

L’agenda

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Non è un periodo semplice, per il belga. La rissa con Ibrahimovic ha lasciato qualche traccia, una sensazione di delusione diffusa per un episodio che pare non esser stato letto – a suo dire – nella maniera corretta, con il codice del razzismo. E il campo, parallelamente, ha registrato una frenata forse fisiologica: quattro gol nelle ultime nove gare, di cui due ininfluenti al Benevento, sono una marcia scalata per uno che viaggiava poco sotto la media di una rete a partita. E in generale, al netto dei gol, le prestazioni sono state meno convincenti. Il panorama è da urlo o da spavento, fate voi. Di sicuro stimolante: CR7 alle spalle, domenica la sfida all’ultima Scarpa d’oro Immobile (e presenza numero 50 in Serie A), tra 10 giorni il duello con il nemico Ibra. E allora come si fa? Come si ritorna al «vecchio» Lukaku? Si guadagna tempo, appunto. Conte ha almeno dieci giorni di vantaggio – intesi come giornate di riposo/allenamento – sulle altre squadre che giocano in Europa, considerato soltanto il prossimo turno. E se c’è un calciatore che più degli altri può trarre vantaggio da questa situazione è proprio Lukaku.

Il programma

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Romelu ha bisogno del recupero tra un match e l’altro. Ne ha maggiore necessità di altri giocatori, per struttura fisica e massa muscolare. È maniacale nella prevenzione, nella cura dei particolari. La schiena, ad esempio, in passato gli ha provocato più di un problema: le scelta del letto, e soprattutto del materasso, non è stata una banalità. L’ultimo acquisto in casa Lukaku è stato una vasca per la crioterapia, piazzata nell’abitazione di City Life, da usare secondo le necessità, ma principalmente dopo le partite o nei giorni immediatamente successivi. Eccolo qui, il discorso del tempo. Le gare ravvicinate hanno tolto a Lukaku la possibilità di gestire il proprio corpo, cosa che invece il belga riuscirà a fare da qui in avanti. La crioterapia si unisce alla camera iperbarica, che il belga usa due volte alla settimana. E, ancor di più, al lavoro quotidiano con il preparatore personale, lo spagnolo Oscar, che lo segue fin dalle settimane immediatamente successive all’approdo a Milano di un anno e mezzo fa. Quanto si allena a casa? Dipende dal tipo di lavoro svolto ad Appiano. Ma non si scende mai sotto l’ora quotidiana. E adesso che non si perdono più giorni di allenamento in partite infrasettimanali, spostamenti e lavori di scarico del day after, il fisico di Lukaku non può che risentirne positivamente.

Meno forza

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Ma quale tipo di allenamento svolge Lukaku con Conte? Detto che il programma in campo è uguale per tutti, il pre e il post sono evidentemente personalizzati. Di solito, su una settimana tipo, un giorno viene effettuato in palestra a livello collettivo, mentre le altre sedute sono individuali. Lukaku ne approfitterà per lavorare sulla reattività: inutile concentrarsi sulla forza, Romelu fa largo uso degli elastici per migliorare lo scatto breve, la rapidità nel primo movimento. E, altro punto fondamentale: il numero 48 di piede costringe il belga a lavorare molto sull’equilibrio, sia per prevenire possibili infortuni muscolari, sia per riuscire a usare bene il proprio corpo nei duelli. Benintesi: non è che il programma di Lukaku sia mutato. Ma giocando ogni tre giorni qualcosa necessariamente andava, se non trascurata, almeno limitata nel tempo. Questa necessità, da qui a fine campionato, non c’è più. È la premessa migliore per un Lukaku tirato a lucido, d’ora in poi. In fondo, è quel di cui ha bisogno Conte per inseguire lo scudetto.

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