Eclissi Ronaldo, altro flop europeo. E lui per ora tace…

Per la terza stagione consecutiva il portoghese ha fallito in Champions con la Juventus, che ora si chiede quale sarà il futuro

Sarà che l’uomo delle finali non si esalta abbastanza se dall’urna degli ottavi esce sempre l’avversaria sulla carta più semplice da affrontare, e che pure per il secondo anno di fila finisce per fare secca la Juve. Sarà lo spiazzamento di trovarsi di fronte una squadra portoghese e quel diavolo di Pepe che più di ogni altro sa come entrargli sotto pelle. Sarà invece che non ci sono giustificazioni, no, non ce ne sono. Per tutta la Juve e soprattutto per il suo salvatore anzi trascinatore designato Cristiano Ronaldo, arrivato per guidarla a quell’ultimo gradino da salire in Champions. E invece di salirne uno, la Signora ne ha scesi tre.

Debuttanti e non

—  

Non ci sono giustificazioni anche per come è maturata l’eliminazione della Juventus agli ottavi contro il Porto. Arrivato da tre Champions League vinte di fila (e cinque in tutto), a essere tre in fila adesso per CR7 sono le eliminazioni a sorpresa. La scorsa stagione almeno nel tentativo di rimonta al ritorno col Lione fu lui a salvarsi, con una doppietta che non bastò. Stavolta Cristiano è mancato anche all’andata. Ma che sia Chiesa alla stagione da debuttante in Champions League a ribaltare il Porto, dopo aver tenuto acceso la fiammella all’andata, e non chiunque dei giocatori più quotati, e soprattutto non Ronaldo – non pervenuto – grida vendetta.

Colpevole

—  

Anche perché quella coltellata del 2-2 nella schiena della Signora a cinque minuti dai rigori arriva perché è CR7 che abbassa la guardia: punizione rasoterra di Oliveira, è Cristiano che si gira prima ancora che parta la punizione senza guardare dove va la palla, e salta facendola passare tra le proprie gambe. Per uno che ha costruito la sua epica sulla cura del dettaglio è imperdonabile. L’eliminazione non ha un solo colpevole, ma il primo da cui ci si aspettava qualcosa di più era Ronaldo.

Niente gol

—  

Anche sui suoi palloni. Che non sono stati tanti, anche se dalle fasce son piovute grandinate di cross. Uno al millimetro proprio sulla sua testa recapitato con un fiocco sopra dalla fascia destra da Cuadrado al 78’: uno di quegli stacchi sul secondo palo su cui Cristiano è abituato a fare gol, e invece gli è uscita una deviazione strozzata, smorzata, molle. La foto della sua partita. La foto di un finale triste. Probabilmente la foto della fine del ciclo di Cristiano alla Juve. Zero gol in due partite a eliminazione, dopo averne segnati 4 nelle precedenti tre gare di Champions e 4 nelle ultime quattro partite di campionato. Al momento del bisogno, la stecca.

Bilanci

—  

Ronaldo aveva sposato una Signora che aveva raggiunto la finale di Champions League due volte in quattro anni prima del suo arrivo, nel 2015 e nel 2017. È un gioco di squadra e le responsabilità sono conseguenti, ma è un dato di fatto che in questi tre anni la Juventus è uscita ai quarti con l’Ajax rivelazione e agli ottavi con il Lione e adesso col Porto. In mezzo non solo l’operazione Ronaldo, anche un tentativo di cambiare pelle sul piano del gioco, ma i numeri del triennio sono impietosi. Sono arrivati due scudetti, e probabilmente non ci voleva Ronaldo per vincerli, e anche in Italia un dominio di nove anni in questo momento appare vicino al capolinea. Giusto, necessario e ineludibile capire adesso su quali basi si troverà una ragione per andare avanti insieme. Purché il motivo per farlo non sia solo quell’ultimo anno di contratto da 30 milioni di cui è ragionevolmente impossibile trovare chi possa farsi carico.

Precedente Krause e la "scoperta" di Parma: "In città mi hanno riconosciuto, ho offerto il gelato a tutti" Successivo Sergio Oliveira, dalle porte in faccia a eroe di Champions. E pure Fonseca ci ha creduto