Ecco perché Quagliarella preferisce la Samp alla Juve. Pellè, 6 mesi non bastano…

Le sirene bianconere attirano ma il doriano preferisce restare dov’è piuttosto di fare la riserva di lusso. L’ex “cinese” invece cerca un contratto anche per la prossima stagione

La domanda è: ma sarebbe davvero un premio alla carriera di Fabio Quagliarella, come sostiene Ranieri, andare alla Juve per fare panchina?

Il mercato è strano, certe volte ti abbaglia con passaparola non troppo attendibili. Infatti non sarebbe un premio, il post social di Quagliarella è inequivocabile. Un’altra domanda: ma Graziano Pellè, reduce da un faraonico contratto cinese che lo ha portato a guadagnare quanto un magnate, accetterebbe davvero un contratto di sei mesi? Sono due tra le chiavi di questo gennaio, tra bluff, depistaggi, prime o quarte scelte.

il bivio di fabio

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Quagliarella viaggia verso le 38 primavere (a fine gennaio) portate benissimo, anche se ogni tanto Ranieri lo dimentica in panchina e spiega perché. Contro l’Inter, grande impresa, aveva bisogno di gente in grado di correre e pressare e ha ritenuto opportuno risparmiare il suo frizzante vecchietto sempre pronto e disponibile. Ma quando Quagliarella viene chiamato in causa timbra il cartellino, impallina i portieri e ha la voglia dei vent’anni. La Juve lo ha interpellato in virtù di una consolidata amicizia con Pirlo, non sarebbe stato la prima scelta e forse neanche la seconda, davanti avrebbe Giroud (che il Chelsea non molla), forse Pellè, probabilmente Llorente. Ma anche se fosse diventato una priorità, la domanda sarebbe sorta spontanea: gli sarebbe convenuto giocare venti minuti chissà quando, piuttosto che proseguire la collezione di gol in maglia Samp dove va in campo da titolare come minimo due volte su quattro? Il rinnovo era stato impostato, il contratto scade a giugno ma si può andare avanti fino al 2022. E così andrà. Quagliarella ogni tanto entra nella lista dei grandi club, e non potrebbe essere diversamente considerate le sue qualità, ma forse sarebbe più giusto andare avanti con Ferrero, sembra questa la strada maestra. A meno che prima o poi non gli venga voglia di fare un’esperienza all’estero, ultimo tassello di un girovagare ricco di soddisfazioni.

la necessità di graziano

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Pellè ha salutato lo Shandong Luneng con un po’ di sopportazione per quanto accaduto negli ultimi mesi. In Cina non è più come prima, il tetto agli ingaggi ha messo in secondo piano l’ex paradiso del pallone, ma un concetto fa la differenza. Pellè viaggia verso i 36 anni (a luglio) e non intende impegnarsi per soli sei mesi. Traduzione: vado anche in un grande club, non sono la prima o la seconda scelta, gioco quando servo e poi a giugno mi dicono “arrivederci e grazie.”. È anche una questione di legittimo orgoglio, quella di non essere utilizzato e poi scaricato. L’Inter e la Juve lo hanno sondato, hanno memorizzato, ma sarebbe sorprendente se entrassero nell’ordine di idee di proporre a Pellè un contratto fino al 2022, quindi per un anno e mezzo. E qui l’imbarcazione potrebbe incagliarsi e non andare né avanti né indietro. Pellè qualche altra proposta ce l’ha: sondaggi inglesi (West Ham) e in giro per l’Europa, magari non con un contratto di brevissima durata. Ecco perché il rinvio di ogni decisione rientra nella logica delle cose.

mandzukic

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Qui si imporrebbe un’altra domanda: ma perché è stato scartato troppo presto un certo Mario Mandzukic, 34 anni appena, uno che spostava l’aria e i difensori, uno che sarebbe stato utile ancora alla Juve e forse alle altre big a caccia in questi giorni di una valida alternativa negli ultimi 30 metri. Il mistero resterà, ma forse tale non è: Mandzukic è orgoglioso, come tutti i croati. Quando ha capito di essere stato trattato come l’ultima ruota del carro, ha deciso di chiudere con la Serie A. L’orgoglio, appunto. Altrimenti sarebbe in lizza anche ora, con tutto il rispetto per la Turchia (Besiktas) che lo sta cercando nella speranza che Super Mario dica sì.

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