Gianluca Lapadula, 26 anni. Afp
Il calcio è una scienza strana: ti aspetti Bacca ed ecco Lapadula. A Palermo doveva essere il giorno del colombiano, triste, nervoso e a digiuno di gol da quattro partite, come mai gli era accaduto da quando veste la maglia rossonera. A Palermo, invece, è stato proprio il giorno di Lapadula, che di fame ne ha sempre avuta e mostrata tanta sebbene al Milan, fino ad oggi, di minuti ne avesse accumulati appena 140′ complessivi in stagione. Al Barbera però gliene sono bastati meno di tre per firmare col tacco il suo battesimo del Diavolo. Un primo gol che è anche il primo assoluto in Serie A per il bomber ex Pescara: Montella ne ha elogiato a più riprese voglia e cattiveria, ma quella palla che rotola lenta verso la rete sa tanto di liberazione per entrambi. Accompagnato dall’etichetta di “acquisto più caro dell’ultima sessione di mercato”, Lapadula si scrolla ora di dosso le critiche di chi lo vedeva tanto fumo e poco arrosto. Finalmente letale come quel Bacca a cui ora insidia il posto.
sogno — “Il gol in Serie A è un sogno che si realizza, ma non ho pianto perché se segno il primo gol a 26 anni vuol dire che c’è ancora molto da fare” ha detto Lapadula a fine partita. E in effetti, per uno che arriva da una stagione da 30 gol (lo scorso anno in B col Pescara), il conto deve essere per forza in debito. “In area ci provo sempre – ha aggiunto – a volte non becco neanche la palla, oggi sono stato fortunato. Speriamo di dare continuità a queste belle giocate. I miei obiettivi e quelli del Milan? Vogliamo riportare il Milan dove merita, nei maggiori palcoscenici europei. Io farò di tutto per ritagliarmi uno spazio in questa squadra”.
