Ecco gli audio del caso-Acerbi: “Oh, santo Dio, perché ha ripreso il gioco? No, no!”

Lo scambio fra gli studi di Lissone e Pairetto al “Picco”: “Ho fermato tutti perché è stato un black-out comunicazionale inaccettabile – commenta oggi il designatore Rocchi -. Pairetto è bravo ma in quel caso…”

Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

24 maggio – Firenze

Ventisette video analizzati e soprattutto quell’audio campo-Var di Spezia-Lazio con gol di Acerbi in fuorigioco per il quale furono fermati Pairetto (arbitro), Nasca (al Var) ma anche gli assistenti (Perrotti e Affatato) e l’Avar (Valeriani) più il tecnico. Ecco il dialogo dei 6, con quell’ok che Pairetto prende come via-libera: l’apertura dell’Aia è anche qui, in un bilancio di fine anno dei vertici arbitrali con la stampa e soprattutto rendendo gli audio pubblici. Si comincia così dal minuto 90 di Spezia-Lazio: “Guarda Nikolaou e Acerbi eh, occhio occhio occhio” ecco l’inizio. “Lì è buono”. “Occhio eh, non vedo”. “Guarda Acerbi”. “Torna tutto indietro: questo è buono, ma là dobbiamo mettere la linea, aspetta. Dammi il recupero”. Pausa. “Ok” si sente in sottofondo, ed è uno nella Sala Var a Lissone ma non c’è ancora la definizione geografica del fuorigioco: è un ok fra componenti di Var e Avar e non diretto a Pairetto. “La linea del 43, guarda quella”. Fischio in campo: il gioco riprende. “Oh, santo Dio, perché ha ripreso? No, no!”. Ecco l’audio incriminato fra Lissone e Pairetto al “Picco”. “Ho fermato tutti perché è inaccettabile, un black-out comunicazionale che non va bene – commenta oggi Gianluca Rocchi, designatore della Can A e B, nell’aula Magna di Coverciano -: Pairetto è bravo in assoluto ma in quel caso dà per scontate troppe cose, pensa solo al recupero, aveva l’ansia di comunicare quello”. Poi, interviene Alfredo Trentalange, presidente dell’AIA: “Avete sentito un ok che è fra i componenti del Var, ma l’arbitro (Pairetto, ndr) l’ha preso come un lasciapassare per riprendere il gioco. Ci arriveremo prima o poi a diffondere gli audio”.

Il Var e il controllo

—  

Bilancio di fine anno dell’Aia. Temi, verità, video, audio. Gianluca Rocchi, il designatore, affronta ogni piega della stagione appena conclusa: “E’ stata una stagione molto complessa – racconta Rocchi –. Sanno tutti che siamo davanti a un ricambio generazionale che può portare ad un gruppo di livello eccelso nei prossimi 3-4 anni. Arbitri con la “A” maiuscola ci sono, forse certe mie parole erano state interpretate in maniera differente: arbitri con due “a” maiuscole addirittura. In questo gruppo ci sono dei talenti incredibili: c’è stata una grande fetta di calcio che ci ha supportato, mentre altre componenti ci hanno creato grossi problemi, non faccio nomi perché basta ricordare (il riferimento è ad alcuni allenatori?, ndr), ma ogni volta che finiva una partita…”. Rocchi continua: “Cosa mi è piaciuto e cosa no in questa stagione? La personalità dei ragazzi; non mi sono piaciuti alcuni errori gravi ed evitabilissimi, dovuti a cali di concentrazione e di cui mi prendo responsabilità. Il Var? Credo funzioni benissimo con un arbitro decisionista, altrimenti diventa un boomerang, perché lasci al monitor decisioni interpretabili. La gestione di Sacchi con Medel? Lui è valido ma il messaggio è che non puoi mai permetterti di perdere il controllo soprattutto davanti alla revisione. A volte ci sono paure ma bisogna passare questo momento e lavorarci su: mettendoci tutti in discussione. IL nostro campito è cercare di ridurre al massimo ogni errore ma dietro al monitor non vuole dire non sbagliare. Specializzare le competenze, quindi dividere arbitri e varisti? Si va avanti con questa idea, per il Mondiale è stato fatto così, sono due mondi diversi e due modi di operare diversi: ci vorrà un paio di stagioni, magari chi smette può aprirsi una nuova carriera al monitor. Per esempio, con Torino-Inter (fallo di Ranocchia su Belotti, ndr) ho “perso” due arbitri per un errore grave, Massa e Guida che ho poi dovuto fermare, errore mio che poi ho perso uno e l’altro. Una cosa va detta: la centralità è dell’arbitro in campo”.

Se ti senti troppo forte…

—  

Poi, gli episodi. Oltre a Spezia-Lazio viene guardata Sampdoria-Genoa, in cui il Var vede il rigore chiaro per tocco di mano di Ferrari “e in campo nessuno lo aveva chiesto, anche Maresca è stato bravo” aggiunge Rocchi. Poi Genoa-Udinese (Odigard prende il pallone e viene annullato il rigore dato in campo). “Marinelli in Venezia-Bologna? Ha fatto una stagione ottima ma mi sono arrabbiato perché è caduto su una cosa facile” dice Rocchi. Il caso è il rigore dato al Venezia per il (non) contatto Medel-Aramu e confermato erroneamente dopo revisione-Var. L’assistente dice “rigore rigore”, il Var dice “ferma qui ferma qui” e si vede che non c’è tocco del cileno. Marinelli va a video e mantiene la decisione. Errore grossolano e che ha fatto infuriare il Bologna. E Rocchi stesso. “A volte nella gioventù – conclude Rocchi – c’è il rischio di sentirti troppo forte e questo non va bene…”. La richiesta degli allenatori del check-Var? “E’ un tema per l’Ifab, noi dobbiamo applicarle le regole” conclude Rocchi.

Precedente Diretta Roma-Feyenoord ore 21: probabili formazioni, come vederla in tv e streaming Successivo Di Maria ha deciso: Juve prima scelta. Ma ora i bianconeri riflettono...