Ecco Fofana, lo manda Vieira Doppietta e Palermo k.o.

Probabilmente sarà l’ennesima stella passata dall’Udinese, destinata a incantare nei grandi club europei. Seko Mohamed Fofana è stato l’assoluto protagonista di Palermo-Udinese. Due gol e tante grandi giocate per un ragazzo che non riusciva a imporsi con Iachini e che adesso ha ricevuto la totale fiducia di Delneri. Ma che Seko sia un predestinato, si capisce bene dal percorso che ha fatto fino a qui.

PERCORSO — Nato a Parigi da una famiglia originaria della Costa d’Avorio, Fofana è l’emblema del centrocampista moderno. Può ricoprire tutti i ruoli della metà campo, anche se le sue doti sono spiccatamente offensive. Se ne è accorto il Manchester City, che lo prende dal Lorient nel gennaio 2013, quando Fofana non era nemmeno maggiorenne. E l’impatto è subito fantastico: nel 2013-2014 fa il fenomeno con la squadra riserve del City, con la quale vince il “Player of the season”. E i paragoni cominciano a sprecarsi: soprattutto con Yaya Touré, all’epoca il leader del City dei grandi.
MAESTRO — E se molti lo paragonano a uno dei giocatori più forti della storia della Costa d’Avorio, forse è anche merito di un altro centrocampista che ha fatto la storia del calcio. Già, perché fu proprio Patrick Vieira a lanciarlo nel City. L’ex allenatore di Under 21 e Under 19 della squadra di Manchester, fu anche colui che difese pubblicamente Fofana dopo un episodio di razzismo. A Novigrad, in Croazia, durante l’amichevole fra City e Rijeka, Seko riceve insulti da un avversario per il suo colore della pelle. Vieira non accetta e lascia il campo, ordinando alla squadra di seguirlo.
VIAGGIO — Nel 2014 va in prestito al Fulham e in Championship recita la sua parte, anche se non gioca tantissimo. 21 partite e un gol alla fine dell’anno. Fa meglio l’anno scorso, con il Bastia (che termina il campionato 10°): 32 presenze e un solo gol. Già, quelle reti che negli ultimi anni gli sono mancate. Anche se ieri sera, al Barbera, non sembrava proprio. E chissà se Vieira lo ha visto incantare contro il Palermo. Probabilmente sarebbe andato ad abbracciarlo dopo il primo gol (un capolavoro). Altro che abbandonare il campo.

 Giuseppe Di Giovanni 

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